19 dicembre 2005

Libertà di stampa

Ho avuto modo di leggere, forse con un lieve ritardo, e me ne scuso, alcuni giornali e bollettini pubblicati nel nostro comune e sono qui a renderne conto in maniera telegrafica e a fare qualche considerazione.
E' uscito il numero zero di "Crescere", mensile di attualità cultura e spettacoli a cura della comunità di Bolano, diretto da Giuseppe Napoli. Si propone di accendere la luce della riflessione e offrire degli strumenti con i quali guardare la realtà in maniera diversa, a partire dalla comunità di Bolano, per poi allargarsi al comune di Fisciano e puntare infine sul mondo. Un augurio è doveroso.
Su "Futurando", bollettino interno dei Democratici di Sinistra, si discute di spazi culturali e luoghi di aggregazione. Rocco Iannone, riferendosi evidentemente all'ex facoltà di farmacia con annessa ex chiesa in Penta, restituita circa cinque sei anni fa alla disponibilità del Comune, scrive: "Qui da noi qualche spazio disponibile viene subito requisito dalla libidine di qualche personaggio alla Guareschi che forse come obiettivo di vita ha quello di custodire le chiavi di tante porte...invece di aprirle insieme alle finestre". Come si fa a non apprezzarne la forma icastica e graffiante e il coraggio della verità!
Infine "Controcampo". Due articoli, uno a firma del Direttore e l'altro della Redazione, commentano la denuncia presentata contro il giornale dalla Giunta Municipale di Fisciano (giunta formalmente di centrosinistra!?!) per il "delitto di cui all'art. 595, comma tre, del codice penale", vale a dire calunnia e diffamazione a mezzo stampa. Procuratevi il foglio e leggetelo voi, perché io non sarei in grado di riprodurre la profonda serenità di giudizio di chi vi scrive, la fondatezza solare delle loro argomentazioni, la dignità di chi sa di difendere non tanto un proprio privato diritto quanto la libertà di tutti dall'arroganza e dal sopruso. Per quel poco che vale, voglio manifestare solidarietà e condivisione.
Luce della riflessione, coraggio della verità, dignità nel difendere il diritto. Nonostante tutto, quando questo accade significa che c'è ancora speranza. La speranza di immunizzarci dal rischio di un decennio nero che pare voglia mettere piede sulla nostra comunità.

16 dicembre 2005

Università e Territorio

"Università e Territorio". Sembra il titolo di uno di quei tanti convegni in cui si discute senza concludere molto. Per la verità, negli ultimi tempi, sembra che i convegni, almeno a Fisciano, qualcosa concludono, anche se non attinente al tema proposto. Il primo convegno, non ricordo su che argomento, propose un primo candidato sindaco; il secondo, mi sembra sui beni culturali, propose un secondo candidato sindaco, il terzo ha portato alle dimissioni del sindaco. E qui il discorso deve ritornare serio, anche perché non è la prima volta che a Fisciano una consiliatura rischia di concludersi traumaticamente.
In ogni caso le dimissioni di un uomo non sono mai un gesto estemporaneo e spesso nascono da ragioni profonde. Per questo ritengo che l'unico atteggiamento giusto sia quello del silenzio e del rispetto.


Ma torniamo all'argomento del post. Si tratta di una proposta concreta avanzata nelle osservazioni al Piano Regolatore Generale allo scopo di superare l'isolamento fisico del Campus universitario rispetto ad alcune zone limitrofe. Per la semplicità della proposta, mi limito a trascriverla testualmente, corredata dell'allegato grafico. Non intervenendo sulla volumetria né sugli indici di zona né sugli standard o su consimili "difficili" questioni, presumo che sia anche la più semplice da accogliere.

"Ai fini dell’armonico inserimento dell’Università nel territorio, appare necessario rivedere il sistema di viabilità previsto dal Prg. Manca, in particolare, un collegamento diretto fra l’Università e Lancusi, utile anche in vista della realizzazione della Città dei Giovani in territorio limitrofo a detta frazione. Si suggeriscono interventi quali:

Collegamento strada esistente ingresso sud Università con via gen. Nastri/via del Centenario (N. 1 all.3).

Collegamento medesima strada con via Macchione di cui è prossimo l’ampliamento (N. 2 all.3).

Prosecuzione del collegamento 2 fino alla S.S. 88 (N. 3 all.3).

Per la loro evidenza, non ci si sofferma sui vantaggi di tali interventi, in termini sia di flussi di traffico, sia di integrazione Università-Territorio, sia di modesta entità delle opere (tutti e tre gli interventi sono inferiori al chilometro), sia di impatto benefico sui centri esistenti (potendosi anche configurare come percorsi alternativi al traffico locale).

Analogamente si suggerisce di operare a tal fine, in termini di viabilità ed anche di servizi, al confine dell’area Città dei giovani, in una coerente programmazione dell’intero territorio della Valle dell’Irno, che veda l’Università (in primis i suoi principali utenti) armonicamente collegata col tessuto urbanistico e sociale esistente."

07 dicembre 2005

Quali edifici vengono salvati?

A spulciare fra le carte del Piano regolatore di Fisciano si notano cose davvero curiose.
Ho già detto che il restauro e risanamento conservativo è previsto quasi esclusivamente per gli edifici di culto. Possiamo aggiungere che il resto che si acconsente a salvare si conta sulle dita di una mano: l'ex convento di Penta ora in comodato all'università, palazzo Giovanardi sempre a Penta e palazzo Barra a Lancusi. Non c'è neanche palazzo De Falco a Fisciano, su cui fortunatamente è intervenuta la Sovrintendenza per evitare lo scempio recentemente perpetrato a suo danno.
Ma la cosa curiosa è un'altra. Qualcuno deve aver detto ai redattori del piano di limitarsi agli edifici di culto. E costoro, carte alla mano, hanno vincolato tutto ciò che hanno trovato segnato in tal modo. E' capitato così che tra i "beni culturali" da restaurare e conservare sono entrati, udite, udite, i prefabbricati provvisoriamente adibiti a edifici di culto dopo il terremoto del 1980. Quando si dice l'eccesso di zelo.
La cosa si verifica a Gaiano e a Carpineto. Con un po' di pazienza potete verificare voi stessi sulla cartografia qui sotto che si riferisce a Gaiano. Cercate le due zone A1 e vedete a che cosa corrispondono. Alla prossima.

03 dicembre 2005

Solo i Cappuccini? Macché, anche i centri storici...

Un destino simile a quello del convento dei Cappuccini (vedi post precedente) si prepara anche per i centri storici di tutte le frazioni. Per essi, infatti, nel Piano regolatore in itinere, sono previsti interventi di ristrutturazione edilizia "volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un'insieme (l'apostrofo è nel testo) sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto od in parte diverso dal precedente".
Come si può vedere nell'esempio riportato qui sotto, la tavola di analisi (quella a sinistra) indica in rosso, devo dire con scrupolosa cura, gli edifici sottoposti a vincolo, mentre la tavola di progetto (quella a destra), infischiandosi dello studio analitico, riduce gli edifici da salvare quasi esclusivamente ai luoghi di culto (zona A1, arancione più carico), declassando tutti gli altri a zona A2 (arancione meno carico), dove non c'è da salvare ma da trasformare, sostituire, eliminare. E' il trionfo di una logica che almeno dagli anni del dopo terremoto ha già trasformato in buona parte i nostri centri in gruviera. Ora la si vuole ratificare formalmente, quasi santificare, e distruggere definitivamente, in nome di un malinteso interesse economico, quanto resta del lavoro di generazioni di nostri padri.
Perché riflettano e pongano riparo a questo modo di procedere, che appare schizofrenico e forse è anche illegittimo, stendemmo la diciottesima osservazione delle venti presentate al Piano nell'ormai lontano agosto 2004. Stiamo ancora aspettando che il Consiglio comunale si pronunci ma non abbiamo mai perso la speranza che, al di là di tanti grandi giochi e piccole ambizioni, nella mente di chi può si risvegli il senso della responsabilità, etica e politica, verso il passato e soprattutto verso il futuro.
Consiglio di ingrandire le immagini per poterle meglio confrontare.






01 dicembre 2005

Cappuccini? Colpiti e affondati

Il Convento dei Cappuccini di Santa Maria del Monte, posto sulla collina tra Penta e Fisciano, è forse il monumento più suggestivo della storia e della memoria della nostra terra. E' scampato ai bombardamenti dell'ultima guerra, ha subito danni dal terremoto del 1980, ma forse il peggio deve ancora subirlo. Ove mai dovesse essere approvato il Piano regolatore così come è stato concepito, sarà abbattuto dalle ruspe e al suo posto sorgerà un moderno albergo dotato di tutti i confort. Per gli estensori del Piano, infatti, esso è solo un "antico immmobile esistente, in notevole degrado". Per lui e per l'intera collina su cui sorge è stata creata la cosiddetta zona D3, (insediamenti alberghieri), ed è prevista la "trasformazione edilizia con recupero ad uso turistico/alberghiero delle sole volumetrie esistenti". Capito? Le sole volumetrie esistenti, non la struttura, e nemmeno la sagoma. Non abbiamo niente contro gli alberghi, apprezziamo anche il fatto che in certe zone d'Italia, ad esempio Orvieto, sono stati ristrutturati a tale funzione antichi conventi, ma appunto ristrutturati, recuperati, non trasformati e distrutti. Possibile che il nuovo non possa nascere rispettando e valorizzando l'antico? I Romani del 1600, per stigmatizzare la distruzione degli antichi edifici per far posto ai nuovi, coniarono questo detto: "Quod non fecerant Barbari fecerunt Barberini" cioè: Quello che non fecero i barbari lo hanno fatto i Barberini, nome della famiglia responsabile di quella distruzione. Chi ci potrà salvare dai nuovi barbari di oggi che sembrano peggiori dei barbari e dei Barberini messi insieme?


23 novembre 2005

Contributi integrativi fitti. Legge 431/1998

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania del 21 novembre scorso è stata pubblicata la delibera per il riparto fra i comuni del fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione per l'anno 2003 (i contributi integrativi ai fitti previsti dalla legge 431 del 1998).
Il finanziamento statale è stato integrato con fondi regionali e ammonta complessivamente a euro 38.798.346,57.
Il riparto per i comuni della valle dell'Irno risulta essere il seguente:
Mercato S. Severino euro 100.746,35
Baronissi euro 75.922,79
Pellezzano euro 43.158,19
Fisciano euro 26.667,70
Calvanico euro 9.679,75
I Comuni dovranno pubblicare appositi bandi entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione di assegnazione dei fondi e gli interessati potranno inoltrare domanda entro i 30 giorni successivi.
Per saperne di più ci si può collegare a questa pagina del sito della Regione Campania.

15 novembre 2005

Nemo propheta in patria

Non solo ville romane o conventi secolari. Non solo dipinti di artisti di valore. La storia di Fisciano è ricca anche di un artigianato che ha fatto la storia delle nostre contrade. Oggi ricordiamo due maestri, Milziade Nastri e Giovanni de Caro, le cui opere, nell'Ottocento e nel primo Novecento, godettero di meritata fama ben oltre i nostri confini. Alcune di esse sono oggi conservate nel museo degli Orologi da torre in San Marco dei Cavoti (BN). Si tratta di una raccolta unica nel suo genere in Italia, che è nata dalla cura del maestro artigiano Salvatore Ricci, e che ho avuto modo di visitare qualche domenica fa. Negli occhi di noi, compagni di viaggio, traspariva la commozione e l'orgoglio di vedere riconosciuto e apprezzato il lavoro di nostri concittadini. Che tristezza, però, pensare che per rivivere le nostre glorie passate si debbano percorrere più di cento chilometri.


















07 novembre 2005

Dei Cappuccini e d'altro

Del Convento dei padri Cappuccini "Santa Maria del Monte" in Penta avevo scritto sul periodico "Rinascita della Valle" nel lontano 1994. Parlavo anche d'altro e mi sono chiesto se era il caso di ripubblicare l'articolo integralmente. Ho optato per il sì, visto che da allora poco è cambiato, qualcosa in meglio (San Sossio, qualche anno fa, con alcuni lavori della Comunità montana), qualcosa in peggio. Ho lasciato tale e quale anche la conclusione che forse può sembrare un po' "forte". Del resto lo scritto è una testimonianza di quegli anni e come tale va lasciato intatto.

Passeggiate fiscianesi

di DIEGO LANDI

Estratto da "LA RINASCITA DELLA VALLE" Anno II - N° 7 - Luglio 1994

La mole squadrata del Convento, di un bel colore rosato, si staglia sul­l'azzurro del cielo e sul verde dei monti che la coronano. Da un lato la chiesa semplice e austera, all'intemo il chiostro dalle forme regolari e so­lenni sul quale si affaccia il loggiato dalle bianche arcate che dà accesso alle umili celle. Gli affreschi del Ricciardi commentano con genuina vena poetica i momenti salienti della vita religiosa che per oltre tre secoli si è svolta in queste mura.
E' questo di Santa Maria del Mon­te l'unico convento dei Cappuccini esistente nella Valle dell'lrno. Costi­tuivano costoro la terza famiglia reli­giosa del primo ordine francescano, sorta nel 1525 per iniziativa di Matteo da Bascio con l'intento di recuperare la più autentica tradizione del francescanesimo e di inserirla nel cli­ma di riforma religiosa allora assai vivo.
Già nel 1540, ad opera dei Cap­puccini della provincia di Basilicata e Salerno, furono iniziate le pratiche per la realizzazione dell'opera: un certo Nunziante Faraldo acquistò da diversi proprietari il terreno per 27 ducati, ma i lavori non poterono ini­ziare a causa di una vertenza sorta immediatamente tra la provincia di Basilicata e quella di Napoli: entram­be, infatti, accampavano diritti sui conventi del Salernitano. La questio­ne fu risolta dal capitolo generale riu­nitosi a Roma nel 1568 che decise di dividere la zona contesa, assegnando ai Cappuccini di Napoli il convento di Cava e il nostro, e lasciando gli altri, tra cui Salemo, Castiglione e Montecorvino, alla Basilicata.
Così, in breve tempo, col contribu­to finanziario di diversi devoti, fu eretto quello che sarebbe diventato un centro fiorente di fede, di apostolato, di cultura e di arte. Nel­l'inchiesta sullo stato dei conventi dei Cappuccini. nel 1650, si legge. tra l'al­tro: "Il convento intitolato Santa Ma­ria de' Monti sta situato in un montetto distante dal casale della Penta cento passi incirca, e dal casale di Fisciano da trenta passi incirca; non possiede entrate perpetue né temporali, né altra proprietà di beni stabili. V'abitano di famiglia sette sacerdoti, due chieri­ci, quattro laici professi, si sostentano d'elemosine somministrate dalla pie­tà di popoli e casali circonvicini. Non tiene hospitii, non ha alcuno peso di messe o di anniversari perpetui o temporali, non ha debiti di alcuna sorte".

***
Dall' alto del" montetto" tutto ricoperto da ulivi, il convento offre la sua immagine suggestiva e severa a gran parte della valle e si avanza, come vertice di un triangolo, all' estremità di un'area di alto valore paesaggistico e storico. La base della figura è rappresentata dalla strada panoramica che unisce Fisciano a Gaiano e gli altri due angoli dall'Isolella e dai ruderi di San Sossio.
E' l'Isolella il cuore antico della frazione capoluogo. Vi si conservano tracce straordinarie di tecniche costruttive che risalgono sicuramen­te a secoli assai lontani: archi di soste­gno che si susseguono a reggere le abitazioni, solai in legno, pilastri in pietra incassati nelle mura, formano una tipologia edilizia che meritereb­be di essere studiata da qualche esper­to. Più in là le case dei "signori" mo­strano portali ornamentali, stemmi gentilizi. affreschi, proporzionati cor­tili su cui guardano facciate rese su­perbe da loggiati con archi sovrapposti. All' altra estremità del rione il monastero delle Carmelitane continua, ormai da oltre tre secoli, la sua vocazione di preghiera e di silen­zio.
I ruderi di San Sossio, invece, rap­presentano forse quanto resta del più antico centro religioso della nostra zona. Lo fanno pensare le dimensioni ridotte della chiesa e la pietra locale usata per la costruzione, mentre alcu­ni avanzi di mura esterne e l'invaso di una cisterna suggeriscono la presen­za sul luogo di un insediamento mo­nastico. Non è azzardato pensare che sia anteriore all’anno mille, dal mo­mento che il culto di San Sossio, dia­cono della chiesa di Miseno e compa­gno nel martirio a San Gennaro, varcò ben presto i confini di Napoli dove nel 904 le reliquie del santo erano state traslate per essere venerate in­sieme a quelle di san Severino. A diffondere la fama dei due martiri fu decisiva l'opera di Giovanni diacono, storico fondamentale della Chiesa altomedievale napoletana vissuto tra nono e decimo secolo, e autore di una Traslatio sancti Sossii e di una Traslatio sancti Severini. E' solo un caso se que­sti due santi sono stati venerati en­trambi, in epoche ormai lontane, an­che nel nostro circondario?

***
E ora, perché quest'articolo non appaia incompleto e anche un po' bugiardo, qualche amara riflessione sul presente. Troppo grande è il diva­rio tra i valori che il passato ci affida e il degrado a cui li condanna l'operato di uomini "a mal più ch'a bene usi". Ecco qualche esempio. All'Isolella, quattordici anni dopo il terremoto, la ricostruzione o non c'è stata o ha fatto più danni del sisma, come quando ha sostituito gli archi di un palazzo con orrendi finestroni in alluminio anodizzato. Per il convento il piano di recupero previde opportunamente un intervento di restauro e risanamento e una destinazione d'uso a centro polifunzionale di attrezzature a scala territoriale. Ma questo dovette sem­brare davvero troppo e così in un consiglio comunale di qualche anno fa fu proposta di soppiatto una modi­fica del piano per permettere una al­legra ristrutturazione e consentirne la trasformazione in albergo. L'irre­sponsabile proposito non andò in porto solo perchè qualche consigliere volle vederci più chiaro e, svanita così la possibilità di una approvazione unanime - sempre auspicabile per si­mili pateracchi -, la proposta fu ritira­ta. Nel frattempo anche gli affreschi del Ricciardi sono andati in rovina, ma ciò non turba il sonno di nessuno dal momento che il patrimonio pitto­rico di Fisciano (che è notevolissimo e va da Andrea Sabatini allo Scacco, al Solimene, allo stesso Ricciardi) è per il 90% o non fruibile o trasferito altro­ve. Pro Loco, se ci sei batti un colpo. E San Sossio? E' quasi sepolto da alti cumuli di detriti edilizi. Speriamo che venga un giorno in cui non ai tesori di Fisciano ma all'in-cultura dei suoi dis­-amministratori sia comminata la damnatio memoriae.

05 novembre 2005

Il convento dei Padri Cappuccini di Penta e i versi di Rocco Galdieri














Sul clivo, in mezzo ai folti ulivi, posa
del vetusto convento la gran mole,
che, ne la lieve sua tinta di rosa,
fra i grigi ulivi, spicca, bella, al Sole.

Quando sorride april, qualche amorosa
canzon vi giunge, fusa a le carole
de i passeri; ma ne la tenebrosa
stagio, s'addorme, e misteriose fole

va, per le celle, raccontando il vento:
per quelle celle, ove, in un giorno, i frati
innalzavano preci al firmamento.

Un giorno!... ma, ora, vuota è la gran mole
del convento, che, rosea in tutti i lati,
fra i grigi ulivi, spicca bella al Sole.

Rocco Galdieri (1877-1923)

02 novembre 2005

Ogni anno il due novembre...

E' forte e sentita la tradizione di visitare in questi giorni i cimiteri, di ricordare anche i morti che non ci appartengono, di ripercorrere frammenti di vita, vissuta con chi non è più fra noi.
Ma da qualche tempo c'è anche un'altra tradizione, che, se mi è consentito, definirei meno nobile.
Ogni anno, il due novembre, un manifesto alle porte dei cimiteri del comune di Fisciano ci aggiorna sulle iniziative dell'amministrazione per ampliarli e adeguarli.
Il due novembre 2002 veniva pubblicizzato il progetto.
Il due novembre 2003 il nuovo bando per la vendita dei loculi e dei suoli per cappelle e tombe.
Il due novembre 2004 lo studio di fattibilità del "restyling" del cimitero di Lancusi (vedi
qui).
Ero convinto che quest'anno non sarebbe successo. Mi sbagliavo. Il due novembre 2005 una carta, quasi timida e un po' vergognosetta, alle porte dei cimiteri ci informa che è stata "avviata" la procedura d'appalto dei lavori (lo era già stata il 13 aprile come puoi leggere
qui). Poi aggiunge che chi ha fatto la domanda avrà una comunicazione (dopo due anni!...) e chi non l'ha fatta la può ancora fare (entro? e chi lo sa; quando è stato rinnovato il bando? boh;). Nel frattempo, (questo non sta scritto, ma lo vedono tutti) tutto è fermo, nulla succede, e c'è chi è convinto di poter continuare a sfruttare i morti e a prendere in giro i vivi.
Scusate se mi sono lasciato prendere da un po' di santa indignazione. Torniamo ai fatti e cerchiamo di vedere la vera ragione del ritardo, che altrimenti sarebbe inspiegabile, considerato che le opere di cui si parla in buona parte si finanziano da sole con la vendita dei suoli.
E la ragione è la seguente. Si è deciso di far partire insieme i lavori a Fisciano e a Lancusi (e forse è anche giusto) ma si è sovradimensionato il bisogno di Fisciano fino a prevedere un numero di loculi (744), tombe di famiglia (206) e cappelle gentilizie (69) maggiore di quello degli
abitanti (742). Anche a voler considerare un bacino più vasto, inserendovi le frazioni limitrofe, siamo in ogni caso al di sopra delle necessità, tant'è vero che le domande sono state inferiori al previsto ed è stata così messa in crisi l'intera progettazione.
Vedremo porre la prima pietra di queste opere, così care al cuore di tanti di noi, almeno qualche mese prima della fine prossima di questa amministrazione?
Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri.

29 ottobre 2005

Fisciano e la trasparenza.

A volte sembra che anche in tema di trasparenza (l'accesso ai documenti amministrativi da parte dei cittadini) si voglia costituire Fisciano in repubblica indipendente.
Il Tribunale Amministrativo Regionale, sezione di Salerno, con un'importante sentenza (la puoi leggere qui), è intervenuto tempo fa a bloccare il tentativo del Comune di negare un diritto previsto dalle leggi dello Stato italiano.
L'Amministrazione è stata obbligata a consentire l'accesso agli atti e a rilasciarne copia e nel contempo è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio.
Per una volta la giustizia (amministrativa) ha trionfato. Ma quanti cittadini, in una analoga situazione, non hanno la possibilità o la libertà di fare ricorso?
E i primi difensori dei veri diritti dei cittadini tutti non dovrebbero essere i rappresentanti eletti, quelli che Beppe Grillo chiama i nostri dipendenti?

26 ottobre 2005

Palazzo de Falco, progetto da rifare. La Sovrintendenza boccia il Comune

Palazzo de Falco in Fisciano è l'altro edificio storico di proprietà del Comune. Diversi tentativi sono state avviati negli anni per toglierlo dal torpore in cui versa e restituirlo alla fruizione dei cittadini.
Ricordo in particolare, per esserne stato partecipe in qualità di amministratore, la proposta presentata dalla Candid Arts Trust di Londra (vedi qui) per farne un centro culturale, o quella della Fondazione Laboratorio Mediterraneo (clicca qui e poi va a pagina 2) per la valorizzazione delle erbe officinali. Anche la facoltà di Farmacia dell'Università di Salerno manifestò il suo vivo interesse. Come che sia, entrambi questi progetti non sono andati avanti. Nel frattempo (19 giugno 1999) veniva siglato il protocollo d'intesa del Patto territoriale dell'Irno e dei Picentini (per saperne di più vedi qui) che, a iter concluso, avrebbe stanziato circa un milione di euro per il recupero e la valorizzazione, affidando al Comune di Fisciano la progettazione.

Quanto sopra è solo la premessa, e vi chiedo scusa se a volte sono lungo.
La notizia è un'altra. Non so se avete notato che i lavori sono a tutt'oggi sospesi. E' il motivo della sospensione dei lavori è di quanto più stupefacente possa esserci. Il Comune ha "dimenticato" di chiedere il parere della Sovrintendenza, parere obbligatorio per legge. E visto che Fisciano non è ancora riconosciuta come repubblica indipendente, la Sovrintendenza, venuta a conoscenza della cosa, ha intimato la sospensione dei lavori e la redazione di un nuovo progetto, ritenendo il precedente non adeguato al valore e all'importanza del Palazzo.
E così si allungano i tempi, lievitano i costi e si fa anche una pessima figura.

23 ottobre 2005

Palazzo Barra. Aggiornamento

Danneggiato dal terremoto del 1980, Palazzo Barra, acquisito al patrimonio comunale, rimane per circa quindici anni esclusivamente argomento di discussione "accademica" e di polemiche politiche.
Nel 1994, ad opera dell'arch. Maria Grazia Vitale, abbiamo il primo rilievo grafico al fine del restauro e della rifunzionalizzazione dello stabile.
Nel 1997, l'Amministrazione Comunale elabora un progetto per il recupero del Palazzo, che, fatto proprio dalla Provincia, accede a un primo finanziamento per i lavori di adeguamento strutturale, che sono stati recentemente eseguiti.
Nel 1999, si profila la possibilità che sia l'Università a farsi carico del recupero e della rifunzionalizzazione. La proposta, anche su richiesta dell'associazione Officinamemoriae, viene presentata e discussa dall'Amministrazione Comunale in una pubblica assemblea, alla presenza dell'allora vicepresidente della Provincia, Gerardo Giordano. Si stabilì successivamente, nelle sedi ufficiali, con generale consenso di Comune, Università, Provincia, Sovrintendenza, Associazione citata, di attenersi alle seguenti direttive: recupero integrale delle facciate, comodato d'uso gratuito all'Università per 25 anni, realizzazione al piano terra di spazi ad uso collettivo gestiti dal Comune, coinvolgimento informato della cittadinanza nelle fasi della realizzazione.
Nel 2001, con la nuova Amministrazione, viene stipulato un protocollo d'intesa tra Comune, Università e Provincia con il quale l'edificio viene ceduto in comodato d'uso gratuito per 99 anni, le modalità di utilizzazione e di gestione del piano terra vengono rinviate a un successivo accordo, il Comune si impegna a trasferire all'Università, oltre il palazzo, eventuali altri finanziamenti che dovesse nel frattempo ottenere.
Nel 2004, la Regione Campania sottoscrive a sua volta un protocollo d'intesa e lo ratifica con la deliberazione n. 2008 (si veda BURC n 60 del 13 dicembre 2004).
Nel 2005, infine, lo scorso 29 settembre, il consiglio di amministrazione dell'università approva il progetto esecutivo dell'intervento.
E' troppo chiedere che adesso si torni a informare e a coinvolgere la cittadinanza, come pure tutti avevamo detto di voler fare?

20 ottobre 2005

Palazzo Barra. Una storia inedita

Riporto oggi un mio articolo pubblicato nel 1994 sul periodico "La Rinascita della Valle". Riguarda la storia di palazzo Barra in Lancusi, ritornato d'attualità coi lavori di recupero a cura dell'Università che dovrebbero iniziare a breve. Il disegno a fianco riprodotto è di Giovanni Sica.

Palazzo Barra: Una storia inedita

Estratto da: "LA RINASCITA DELLA VALLE" Anno II – N° 5 - Maggio 1994

E' noto a tutti - autorevoli studi lo hanno documentato - che il pa­lazzo Barra, ubicato al centro di Lancusi, fu sede di una importan­te fabbrica d'armi dipendente dal Ministro della Guerra borbonico e attiva nella prima metà del secolo scorso. Non di questo allora occorre parlare, ma di una storia più antica, la quale, benchè tuttora sco­nosciuta, riposa in vecchi libri in­gialliti e in polverosi documenti cartacei, in attesa paziente che qualche laureando, incoraggiato magari dall'Università e dall'ente locale, la riporti in vita, dandole spessore scientifico e facendola di­ventare patrimonio di tutti. Nel frattempo, rileggiamone insieme qualche frammento
Nel dizionario geografico del Giustiniani (1806) troviamo due informazioni interessanti dalle quali possiamo partire: 1) Il casale di Lancusi, pur essendo unito allo Stato di San Severino, formava una baronia separata, vale a dire un feudo a sé stante; 2) In detto casale era nato Giovanni Caracciolo, pa­dre dell' allora principe di Avellino. Si può concludere che i Caracciolo erano feudatari "an­che" di Lancusi? Procediamo con ulteriori riscontri. Nella Storia di Avellino dello Scandone leggia­mo: "Il principe Giovanni, secondogenito, nacque a Lancusi il 4 sett. 1741. Pervenne al princi­pato per espressa volontà del fra­tello maggiore, che, privo di eredi maschi, desidera va che titoli e beni fossero conservati da casa Caracciolo" (p. 119). E, poco so­pra, alle pagine 111 e 112, a propo­sito del nonno di Giovanni, Fran­cesco Marino II, si afferma che costui nel 1723, di ritorno dalla corte di Vienna, "ordinò che si celebrassero feste grandiose, ad­dirittura sbalorditive nei vari cen­tri dei suoi feudi, come a Lancusi, ove preferiva dimorare talora nel suo splendido palazzo; in Lancusi fece erigere un albero della cucca­gna, coronato da molti commesti­bili, e costruire delle fontane che davano getti di vino".
Ma chi ci dice che il palazzo di cui parla lo Scandone sia poi pro­prio quello di cui ci stiamo interes­sando? Altre notizie vengono a con­fermarci in questa ipotesi. La pri­ma la ricaviamo da un incartamento conservato presso l'archi­vio di Stato di Napoli, Sezione Militare, e risalente al 1856, nel quale, a proposito di una vertenza di confine sorta tra la direzione della fabbrica e il proprietario di un vicino caseggiato, si parla del­l'esistenza di “una saletta d'in­gresso secondario all' epoca che il fabbricato si apparteneva al Prin­cipe di Avellino i cui ruderi furo­no abbattuti nella esecuzione del­le generali riduzioni praticate allo stabilimento nel 1853". La secon­da dal Catasto del 1756 che nel volume relativo a Lancusi registra la presenza di un artigiano con la sua bottega in un "1oca1e terraneo" che dava sulla pubblica piazza e che era parte del palazzo di pro­prietà della stessa famiglia Caracciolo.
Confortati da questi dati inequivocabili, procediamo a ri­troso tra i vari fondi archivistici dove venivano registrati intesta­zione e passaggi di feudi da un possessore all’altro. E' possibile così risalire fino a Camillo Caracciolo che, già intestatario del feudo di Sanseverino dal 1596, il 7 marzo 1608 acquista per 11.100 ducati dal consigliere Scipione De Curte il "casale Lancusiorum cum eius castro fortellitiis, vaxallis, introitibus, iuribus, iurisditioni­bus". Il De Curte era forse un bor­ghese che, nell'incipiente crisi del XVII secolo, tentava qualche affa­re vendendo e comprando beni feudali, o, più probabilmente, già agiva per conto dei principi di Avellino, interessati a espandere i propri domini su terreni adatti alla produzione di grano. Infatti, solo quattro anni prima, il 7 aprile 1604, aveva acquistato da Ettore De Ruggerio, esponente della nobiltà salernitana, per 11.000 ducati, il medesimo “casale Lancusiorum cum eius castro ecc.", vale a dire col suo palazzo fortificato, le sue rendite e i connessi diritti feudali. Non furono facili i primi rapporti fra gli abitanti di Lancusi e i nuovi signori, intenzionati ad evocare a sé parte del demanio regio, fino ad allora destinato ad usi civici.
Presso la Regia Camera della Sommaria, gli "eletti" del casale, rap­presentati da Franciscus Antonius Clara (negli atti ufficiali si usava ancora il latino), citarono il princi­pe, chiedendo la restituzione del­le loro terre, ma furono costretti a riscattarle pagandone il prezzo ri­chiesto dal Caracciolo (1609). Era­no anni in cui la potenza del baronaggio meridionale non ave­va più freni. Il governo spagnolo, nel suo disperato bisogno di de­naro, si appoggiava al gruppo so­ciale più forte e compatto, ne am­pliava i poteri e ne veniva spesso fortemente ricattato.
Ma è tempo di riprendere il nostro cammino, per una brevis­sima sosta alle ultime tappe. I De Ruggiero sono regolarmente regi­strati come feudatari del casale per tutto il XVI secolo: la più anti­ca attestazione dell' esistenza del palazzo è del 1596, quando il "ca­stello delli Lancusi" passa in suc­cessione ereditaria da Geronimo al figlio Ettore; la più antica atte­stazione del casale come possesso feudale è invece del20 aprile 1515, allorchè viene registrato il suo passaggio da Felice de Ruggiero al figlio Giovanni.
Proviamo a trarre qualche con­clusione, sperando di essere riu­sciti a riportare le notizie in nostro possesso nel modo meno confuso possibile. Il casale di Lancusi ha una sua storia autonoma che ap­pare abbastanza lineare, 'a partire almeno dal 1500. Baronia separata dello Stato di Sanseverino, non ha seguito le sorti di quel feudo, al­meno fino al 1608: per tutto il XVI secolo, infatti, mentre Sanseverino, come è noto, passava, attraverso vicende burrascose, dai Sanseverino al Gonzaga, ai Carafa, ai Caracciolo, Lancusi restava tran­quillo feudo dei De Ruggiero. Acquistato, come si è visto, an­ch'esso da Camillo Caracciolo, conservava una sua identità giuri­dica autonoma pur nella nuova situazione. E il "Palazzo", dal qua­le siamo partiti per questo excursus, rivela la sua vera antica natura: si tratta, come del resto già lascia intuire la sua particolare struttura architettonica, di un palazzo signorile, costruito, alme­no nella sua forma primitiva, nel corso del XVI secolo. ,
A noi, cittadini di oggi, il com­pito di conservare un così illustre monumento-documento, salvan­dolo dall' irresponsabile abbando­no in cui versa per l'affievolirsi della memoria e per l'incuria di molti.

18 ottobre 2005

Effetto Mastella e altri effetti...

Parlavo ieri di effetto Mastella a Salerno. Niente in confronto di quanto, come si apprende dai giornali di oggi, è successo a Ceppaloni. In quel paesino del Beneventano (2.765 elettori) è andato a votare ben il 41% (quattro volte la media nazionale!...) e l'on. Mastella ha raggiunto l'84% delle preferenze, confinando Prodi al 6% come Bertinotti. "Tra me e il Sannio questione di feeling", ha dichiarato il sindaco di Ceppaloni che è risultato primo in tutta la provincia di Benevento.

Da Ceppaloni a Nusco, ridente paesino dell'Avellinese, con poco più di quattromila abitanti. Anche a Nusco voto "bulgaro". Vota il 31% e qui è ovviamente Prodi a ottenere il 94%.

Piccole note di folklore locale, che non scalfiscono certo il valore della straordinaria e libera partecipazione del popolo dell'Unione, ma che testimoniano come nel Sud riaffiorino qua e là i residui di un modo ancestrale di fare politica.

Sempre ieri, notavo come il risultato registrato nella Valle dell'Irno fosse omogeneo al dato nazionale. E' sostanzialmente vero, salvo marginali insignificanti deviazioni, che sono da rapportare al modello politico di cui sopra.
E' potuto capitare così che presenze di consiglieri comunali o di assessori abbiano fatto lievitare di qualche decina di voti un determinato candidato solo nella "zona" di loro stretta "competenza": vedi Mastella a Fisciano o Di Pietro e Pecoraro a Baronissi.
Oppure che Calvanico fosse il paese con il record di partecipazione (16%) e di voti a Prodi.
O infine che a Fisciano si registrasse una partecipazione un pochino più alta di quella dei comuni limitrofi (11,8%, ). Ma qui la cosa si spiega con la "sindrome di fine mandato", che ha portato qualcuno a vivere le primarie quasi come una prova generale delle elezioni amministrative e a identificare il destino di Prodi col proprio destino. Ma a Fisciano non abita Romano Prodi. E neppure un suo sosia.

17 ottobre 2005


Un milione, due, tre...
Ora sappiamo che abbiamo votato in 4.311.149 (più del 9% dell'intero corpo elettorale), realizzando il più grande esperimento di democrazia diretta: una percentuale doppia di quella delle primarie americane che pure vantano una antica e consolidata tradizione; il quadruplo di tutti gli iscritti ai partiti dell'Unione; un messaggio chiaro a quanti temevano le primarie e a quanti non le volevano (anche fra i dirigenti dei partiti dell'Unione).

E in 3.182.686 (74,1%) abbiamo individuato in Romano Prodi il leader autorevole "per la prima volta investito dalla volontà degli elettori e non più soltanto cooptato dalla volontà degli eletti" (Massimo Giannini su Repubblica di oggi).

Il risultato è sostanzialmente omogeneo nell'intero paese. Nella provincia di Salerno 69.937 votanti, 8,2%, con Prodi però solo al 56% a causa dell'effetto Mastella (insignificante nel resto d'Italia) che arriva al 21,2%.
Simile l'esito anche nella Valle dell'Irno (ma senza l'effetto Mastella...), dove la partecipazione al voto va dal 5,8% di Pellezzano al 16,2 di Calvanico e le preferenze per Prodi dal 60% di Baronissi al 91,4% di Calvanico.

Tassazione delle rendite finanziarie, lotta senza quartiere all'evasione fiscale, election day il nove aprile: di questo e d'altro parlerà il Professore questa sera a Porta a Porta.

16 ottobre 2005

Come ha votato la Valle dell'Irno

FISCIANO 1143 votanti.
Prodi 890
Mastella 98
Bertinotti 80
Pecoraro 30
Di Pietro 23
Panzino 7
Scalfarotto 3

BARONISSI 832 votanti
Prodi 499
Bertinotti 146
Di Pietro 97
Pecoraro 71
Mastella 15
Scalfarotto 4
Panzino 0

PELLEZZANO 466 votanti
Prodi 366
Bertinotti 61
Pecoraro 20
Mastella 7
Di Pietro 6
Panzino 4
Scalfarotto 1

CALVANICO 175 votanti
Prodi 160
Bertinotti 9
Panzino 4
Pecoraro 2
Di Pietro 0
Scalfarotto 0
Mastella 0

Primarie. Anche la Valle dell'Irno in massa al voto.

L'affluenza al voto in Italia ha già superato ogni più ottimistica previsione. Alle 13 avevano votato 1 milione e 280 mila elettori. E la Valle dell'Irno non sembra da meno. Alle 17 i dati erano i seguenti:
  • 600 votanti a Mercato s. Severino
  • 500 a Fisciano
  • 400 a Baronissi

Numeri destinati ad aumentare ancora, visto che si vota fino alle 22 e si registrano code in quasi tutti i seggi.

Appena i risultati saranno resi noti, aggiorneremo questo sito.

10 ottobre 2005

Dove si può votare domenica 16 per le primarie de l'Unione

E' stata finalmente resa pubblica l' ubicazione dei seggi in provincia di Salerno.
Nei comuni della Valle dell'Irno per le primarie di domenica 16 ci si dovrà recare:
Mercato S. Severino (sezioni 1-9) presso Lyons Via Rimembranza.
Mercato S. Severino (sezioni 10-18) presso Centro Sociale.
Baronissi (sezioni 1,2 3, 11, 12, 13, 14, 15, 16) a Corso Garibaldi, n. 55.
Baronissi (sezioni 4-10) presso Palairno Sava.
Pellezzano (tutte le sezioni) presso Sede Distaccata Casa Comunale-Auditorium Coperchia
Fisciano (tutte le sezioni) presso la Sala per le riunioni della Scuola Elementare Via De Caro n. 2, Lancusi.
Calvanico (tutte le sezioni) presso la casa Comunale.

07 ottobre 2005

ww3.atlanteitaliano.it


Oggi vi segnalo un sito che trovo particolarmente interessante: http://ww3.atlanteitaliano.it.

L'ho già segnalato il 21 settembre scorso, ma mi ripeto più diffusamente per due ragioni.
  • Si tratta del Portale Nazionale che permette la visualizzazione a scala 1/25.000 dell'intero territorio italiano sia mediante cartografia dell'Istituto Geografico Militare sia mediante immagini a colori acquisite da volo aereo, a seguito dell'accordo Stato- Regioni del 12 ottobre 2000.
  • Da qualche tempo, su detto Portale, è stato attivato il progetto "La vostra casa è a rischio di frana o alluvione?": sulle carte o immagini visualizzate vengono spalmate una macchia di colore rosso e una di colore blu che individuano distintamente le zone di rischio. Quando sarete sul sito, basterà cliccare sull'immagine riprodotta qui a destra; sulla pagina che si aprirà scrivere il nome del Comune che vi interessa (es. Fisciano), e poi scegliere la località (es. Gaiano) o inserire un toponimo (es. Migliano). Quello che vedrete, vi assicuro, è stupefacente.

Come si legge nella pagina di benvenuto, "tale iniziativa ha l'obiettivo strategico di promuovere e diffondere l'utilizzo dei Sistemi Informativi Territoriali, di rendere le informazioni di carattere ambientale e territoriale disponibili ad un pubblico vasto anche di non addetti ai lavori, tenendo in considerazione i progetti e le attività attualmente in corso a livello Nazionale ed Europeo." Insomma la conoscenza, la difesa e la gestione del proprio territorio, sottratte all'esclusiva proprietà degli "addetti ai lavori", non sempre disinteressati, e divenute, come è giusto che sia, un grande patrimonio democratico.

Se il portale non dovesse funzionare, non disperate. E' un po' "intermittente", ma dopo qualche ora o al massimo qualche giorno, ritorna a posto.

E ricordate che, alla prima visità, vi chiederà qualche procedura particolare per farvi entrare. Assecondatelo, che ne sarete ripagati in abbondanza.



"Per avere diritto al voto..."

"Per avere diritto al voto bisognerebbe avere diritto a sapere dove andare a votare. Se non si conosce l'ubicazione del proprio seggio è da escludere la possibilità che poi si voti. Oggi la quasi totalità degli
elettori del centrosinistra non conosce l'indirizzo del proprio seggio, e
la stragrande maggioranza di loro non ha la possibilità di conoscerla.
I più fortunati - pochi assai - sanno che esiste un sito internet ("www.unioneweb. it") che dà delle informazioni sul voto. Se però andate su questo sito, e con un po' di fortuna riuscite ad entrare nel luogo dove si dovrebbero trovare gli indirizzi dei seggi,sarete chiamati a cliccare sul nome della provincia dove abitate. Però non è detto che troviate il nome della vostra provincia perché, ancora ieri sera, sul sito non erano state inserite neanche 50 province su più di 110. E poi, come si sa, ogni provincia è formata da centinaia di Comuni, e di questi comuni, capoluoghi a parte, ne troverete pochissimi. Qual è la conseguenza di tutto ciò? Che il cittadino comune non potrà votare.
Andranno a votare solo i militanti organizzati dai partiti che- soprattutto in alcune regioni - saranno in grado di conoscere i seggi
attraverso le informazioni che forniscono gli apparati.
Allora che fare? Mancano 10 giorni: proviamo a rimuovere queste
anomalie, in modo da restituire alle primarie il loro valore politico,
di consultazione di massa, di esaltazione della partecipazione alla
politica. Se non ci riusciamo, le primarie avranno un risultato opposto a quello che chi le ha volute - ci sembra di capire - si augurava.
"

Piero Sansonetti, da Liberazione di giovedì 6 ottobre.

05 ottobre 2005

Primarie dell'Unione. I seggi di Salerno e della Valle dell'Irno

E' stata ufficializzata da poche ore la
distribuzione dei seggi nei comuni della provincia di Salerno per l'elezione primaria del candidato premier dell'Unione.

14 saranno i seggi a Salerno città, 2 a Mercato S. Severino, 2 a Baronissi, 1 ciascuno a Fisciano, Pellezzano e Calvanico.

Si potrà votare dalle ore 8,00 alle ore 22,oo di domenica 16 ottobre.

Potrà partecipare al voto qualsiasi cittadina e qualsiasi cittadino presentandosi al seggio munito della tessera elettorale e di un documento di identità e prima del voto sarà necessario sottoscrivere il Progetto dell’UNIONE e versare un contributo di almeno 1 euro.

Potranno inoltre votare anche i giovani che compiranno i 18 anni entro il 13 maggio del 2006. Allo stesso modo potranno potranno partecipare al voto anche gli studenti e i lavoratori fuori sede, ed i cittadini stranieri che da almeno 3 anni lavorino e risiedano in Italia. In questi casi sarà necessario iscriversi alle liste elettorali entro il 12 ottobre presso i Comitati territoriali istituiti in ogni provincia.

Appena sarà stata ufficializzata, anche l'ubicazione dei seggi verra pubblicizzata su queste pagine.

Qui sotto un fac-simile della scheda.

01 ottobre 2005

Università. L'arboreto dell'Appennino Meridionale.

Oggi ho preso parte a una visita guidata dell'arboreto all'Osservatorio dell'Appennino Meridionale nel campus universitario.

L'iniziativa era un momento della festa della montagna che si tiene in questi giorni a Fisciano, anzi sicuramente il momento più interessante.

L'osservatorio, nato dalla collaborazione tra Regione, Università e Comunità montana, ha sede nella casa colonica ristrutturata che si vede nell'immagine. Già da solo, questo fatto rende istruttiva una visita, dal momento che nel territorio circostante le case coloniche sono praticamente scomparse.

Ma l'aspetto più interessante è stato appunto l'arboreto, eccezionale raccolta di piante arboree e arbustive e di piante officinali e aromatiche tipiche dell'Appennino. Il prof. De Feo ha illustrato la valenza ambientale, culturale, scientifica ed economica di decine e decine di specie vegetali un tempo comuni. Un'oasi naturalistica all'interno del campus, un modello da imitare per il recupero del territorio, un serbatoio di idee anche per impiantare produzioni agro forestali.

Erano presenti rappresentanti della Regione Campania e dell'Università.

Erano assenti gli amministratori della Comunità Montana organizzatrice e del Comune ospitante, Fisciano. Non faccio una questione di galateo. Il fatto è che, dalla lezione, soprattutto loro avrebbero avuto qualcosa da imparare.


29 settembre 2005

Università. Bretella ferroviaria, il nuovo tracciato

Lo studio di fattibilità della bretella ferroviaria che collegherà l'Università di Fisciano alla linea Salerno-Mercato S. Severino è pronto da alcuni mesi.
Fra le ipotesi prese in considerazione è stata scelta quella visibile nell'immagine.
La bretella avrà inizio all'altezza di Baronissi, proseguirà in galleria per 9 chilometri, avrà quattro stazioni (Città dei Giovani, Lancusi centro, Campus universitario, Madonna del Soccorso) e si immetterà di nuovo nella linea principale alle porte di Mercato S. Severino.
Si è ora in attesa del progetto preliminare, che consentirà di accedere ai fondi della Legge Obiettivo sulle Grandi Opere (n.443 del 2001) e a quelli europei del POR (Programma Operativo Regionale) Campania per finanziare l'intervento.

Università. Residenze

E' in fase di realizzazione il piano regionale per l'edilizia residenziale universitaria.

258 posti letto (di cui 11 riservati a studenti disabili e 58 all'utenza internazionale e a visiting professor) stanno sorgendo all'interno del campus di Fisciano nei pressi del bus terminal e della mensa. Il progetto prevede una sorta di villaggio residenziale con reception, uffici amministrativi di accoglienza, una piazza centrale coperta che servirà anche da auditorium.
120 circa sono in costruzione a Sava di Baronissi.
300 sono previsti all'interno della Città dei Giovani, sempre a Baronissi, ai confini dell'attuale facoltà di scienze matematiche.
300 a Mercato S. Severino, comune che, secondo il protocollo d'intesa, s'impegna ad adottare il criterio della qualità della progettazione e a perseguire l'obiettivo dell'integrazione formale, sociale e culturale delle residenze.
380 a Salerno, in parte nell'ex convento san Michele e in parte nella zona lungo Irno (ex terme Campione).

Si tratta in totale di 1200/1300 posti che migliorerannno sensibilmente la condizione dei fuori-sede, storicamente caratterizzata da sensibili disagi sul versante logistico ed economico, e da ricadute negative sullo stesso territorio, dal momento che tale situazione insiste, in termini non pianificati, sugli insediamenti urbani limitrofi al Campus.

26 settembre 2005

Senza commento

Dal programma di Romano Prodi:

"La costruzione dell'Italia che noi vogliamo richiede una politica che vada a ricostruire una cittadinanza basata sull'etica singola e collettiva, sull'equità e sulla responsabilità.


In questo paese non c'è più spazio per l'evasione e l'elusione ficale e contributiva, non c'è più spazio per i condoni né per l'abusivismo.


Parte importante di una nuova etica della responsabilità è anche una revisione dei costi della politica e delle istituzioni, un grande rigore nel rapporto fra il mondo della politica e il mondo degli affari, una decisa lotta alla corruzione."

24 settembre 2005

Puliamo il mondo 2005 ai laghetti dell'Irno

Si svolge in questi giorni, in oltre 1600 comuni italiani, la dodicesima edizione di "Puliamo il mondo", la più grande iniziativa di volontariato ambientale, che coinvolge scuole, enti locali e semplici cittadini in un'opera di valorizzazione e di recupero di beni naturalistici.
L'iniziativa di Legambiente, fatta propria dal circolo locale e dal comune di Baronissi, si è svolta quest'anno nella zona dei laghetti del fiume Irno. Una scelta oltremodo significativa, questa, considerato che nell'area è in corso la realizzazione del parco fluviale promosso dalla provincia e finanziato dalla regione.
Il parco, se e quando sarà ultimato, servirà a mettere in sicurezza le sponde e l'alveo del fiume e a creare un polmone verde e un'area attrezzata per tutta la valle e per la città di Salerno. Occorre però fin d'ora assicurare la funzionalità e la fruibilità del sistema idrografico con una accorta opera di salvaguardia e di controllo costante contro il degrado.
Appunto questo è stato il senso e l'obiettivo della manifestazione di oggi.
Mi pongo però una domanda. Come è possibile conciliare questo meritoria realizzazione di parco fluviale, tanto più necessaria in una zona di urbanizzazione intensiva e caotica, con il progetto per l'alta velocità (vedi post del 14 settembre) che passerebbe proprio sul parco e lo coprirebbe letteralmente con una struttura (in ferro? in cemento?) larga 50 metri, alta 20 e lunga 500?

21 settembre 2005

Invito ai visitatori. Come diventare redattore di agorà.

Questa pagina che state visualizzando è un "blog".
Blog è l'abbreviazione di Web Log, ovvero tracce, registro di bordo, del web.
A un mese dall'inizio, ci si può rendere conto dei vantaggi e degli svantaggi di una cosa del genere.
  • Non è un sito, e perciò non consente di organizzare i contenuti come uno vuole.
  • I "post", cioè i singoli testi, vengono automaticamente collocati uno sopra l'altro, in ordine cronologico, via via che vengono scritti.
  • Di conseguenza può capitare che per leggere quello che interessa bisogni andare in fondo alla pagina, solo perché è stato scritto prima.
  • Ogni mese i post precedenti vanno in archivio, perciò, per visualizzarli, occorre cliccare sull'indicazione del mese, posta sul lato sinistro del blog.
  • In compenso è semplice, perché non occorre conoscere nessun linguaggio informatico.
  • E' veloce, perché consente di rendere pubblico in tempo reale ciò che si vuole.
  • E' gratuito, cosa che non guasta
  • E' condivisibile, cioè più persone possono pubblicare i loro testi sullo stesso blog.

Quest'ultimo punto è il più interessante perché credo che sia giunto il momento di allargare la partecipazione a questa agorà (è il nome che ho dato al blog e in greco significa piazza).

Invito allora i visitatori interessati a diventare redattori di agorà, a inviare una mail a diegolandi@tiscali.it. Sarete contattati al più presto e potrete dire la vostra su questa piazza.

Un' ultima informazione. I link elencati a sinistra sono quelli che trovo più interessanti e vengono di volta in volta aggiornati. Gli ultimi che ho inseriti sono: "foto aeree dall'Italia e dal mondo" che vi permette di vedere in scala 1/5000 la vostra casa o quella del vicino o il posto dove siete stati in vacanza, il blog oggi più popolare che è quello di Beppe Grillo, il motore di ricerca sui blog (provate a scrivere una parola di questo blog e vedrete...) e, infine, il sito del forum dei giovani di Fisciano (il cui guestbook, ovvero "libro degli ospiti", si è arricchito in questi giorni di una discussione davvero interessante).

Se poi trovate di vostro gradimento tutto questo, comunicatelo ai vostri amici e invitateli a collegarsi a http://diegolandi.blogspot.com/

16 settembre 2005

Fisciano. Piano Regolatore Generale

La procedura di approvazione del piano regolatore di un comune comprende diverse fasi:
  1. la prima adozione da parte del Consiglio comunale, una sorta di adozione provvisoria, che ha come unico effetto pratico l'entrata in vigore delle norme di salvaguardia, cioè un sostanziale blocco delle autorizzazioni a costruire.
  2. la fase delle osservazioni. Ogni cittadino, può presentare osservazioni su aspetti del piano che il Consiglio è tenuto ad esaminare e ad accogliere o respingere con deliberazione motivata.
  3. la seconda adozione, contestuale all'esame delle osservazioni, che è la vera e propria adozione definitiva.
  4. l'approvazione da parte degli organi superiori, che possono accettarlo senza modifiche o con modifiche o rinviarlo per una nuova adozione.

Il Comune di Fisciano ha deliberato la prima adozione del Piano nel maggio del 2004.

Ad avvenuta pubblicazione, ho ritenuto di dover predisporre 20 osservazioni ad aspetti generali e specifici del piano, le quali, corredate da puntuali proposte di modifica, condivise e sottoscritte da circa 100 cittadini, sono state presentate nell'agosto 2004.

A tutt'oggi, settembre 2005, a 16 mesi dalla prima adozione e a 13 dalle osservazioni, non si è proceduto alla fase 3 (adozione definitiva), nonostante il piano abbia una validità decennale dal 2002 al 2012 e, a lume di buon senso, ogni eccessivo ritardo lo renderebbe obsoleto ancor prima di nascere.

Ma perché 20 osservazioni?

Perchè riteniamo che il piano regolatore di Fisciano sia da modificare in diversi aspetti, e precisamente, seppur sinteticamente:

  • Il calcolo della popolazione residente e presente nel 2012 (sovradimensionata)
  • Il calcolo del patrimonio abitativo esistente (sottodimensionato)
  • Il calcolo del fabbisogno abitativo al 2012 (drasticamente sovradimensionato)
  • la distribuzione sul territorio della volumetria edificabile e degli standard urbanistici (estremamente squilibrata)
  • la classificazione abnorme di alcune aree come residenziali, agricole, agrituristiche o produttive
  • la determinazione dei vincoli ambientali e culturali (sottovalutati)
  • il collegamento dell'Università col territorio (penalizzante per alcune zone).

Il testo integrale delle osservazioni è disponibile sul sito di Legambiente Valle dell'Irno, che ringraziamo. Per poterlo visualizzare, occorre cliccare su questo link colorato, e poi, nella finestra che si aprirà, scegliere Osservazioni sul Piano Regolatore del Comune di Fisciano.

La conoscenza, la discussione e il confronto sono il sale della democrazia. Conoscere le osservazioni vi consentirà finalmente di conoscere, anche se solo per riflesso, anche i contenuti del piano (in nessun altro modo, infatti, è possibile esserne informati), di confrontare le due ipotesi e di farvi una vostra libera opinione.

14 settembre 2005

I treni ad alta velocità (TAV) e la Valle dell'Irno

Una barriera alta 20 metri larga 50 e lunga oltre 500 che taglia in due la Valle dell'Irno tra Acquamela e Cologna, la statale 88 deviata chissà dove, abitazioni abbattute, attività economiche in ginocchio, inquinamento delle falde acquifere e sventramenti di montagne. Non è l'inizio dell'apocalisse, ma l'effetto dei lavori per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità che dovrà collegare le stazioni di Afragola e Battipaglia, passando appunto per la nostra valle e per il territorio dei monti Picentini.
E' quanto hanno denunciato, in una affollata assemblea ieri a Baronissi, i sindaci di alcuni dei comuni interessati, Eva Longo, Francesco Cosimato, Rosario d'Acunto e Gaetano Napoletano, insieme ai rappresentanti del comitato TAV recentemente costituitosi e ad esponenti istituzionali e ambientalisti.
Non si è trattato di un "no" pregiudiziale all' opera, ma di una critica documentata all'attuale progetto preliminare, che trascura le esigenze più elementari del territorio, non coinvolge gli enti locali, evita ogni discorso in termini di rapporto costi/benefici.
Si è così deciso di tenere informati i cittadini, di coordinare l'azione di enti e associazioni e di coinvolgere Provincia e Regione.

13 settembre 2005

Romano Prodi a Pontecagnano

Davanti a una piazza stracolma e attenta, Romano Prodi, sollecitato dalle domande del direttore de Il Mattino, ha esposto ieri sera il suo programma in vista delle primarie del 16 ottobre.
Al centro del suo intervento, la rinascita del mezzogiorno oggi abbandonato a se stesso, il lavoro e il precariato dei giovani, la difesa dello stato sociale, la scuola da ricostruire dopo i danni infertale dalla riforma Moratti, il no unanime alla guerra da parte dei popoli d'Europa.
La politica, ha poi detto, deve ridurre i suoi costi e la questione morale deve tornare di moda. Un momento di commozione quando ha ricordato il suo maestro, Beniamino Andreatta.
Una forte partecipazione alle primarie rafforzerà l'autorevolezza di un candidato premier voluto dal popolo e non scelto dalle segreterie dei partiti e garantirà la stabilità di un governo che dovrà riportare l'Italia fuori dalla crisi in cui ora si trova e attrezzarla alle grandi sfide del prossimo futuro.

03 settembre 2005

Michele Ricciardi perduto



Nello studio di Tiziana Mancini su Michele Ricciardi, a pag. 238, si legge: "Sappiamo da alcune fonti che sempre a Fisciano, nel complesso del convento cappuccino di Santa Maria del Monte c'erano alcuni affreschi dovuti alla mano del Ricciardi. E' sembrato opportuno riferire in questa sede la notizia dal momento che di essi non si hanno più tracce materiali".
Questi affreschi rivivono nella memoria dei più anziani e in qualche antica, sbiadita immagine fotografica. Ho avuto l'opportunità di rivedere la riproduzione di un affresco del Ricciardi, posto nel refettorio del convento che raffigura L'ultima cena.

Un Michele Ricciardi anche a Lancusi


Secondo un'acuta e documentata ipotesi del prof, Gaetano Negri, anche la tela raffigurante Immacolata e Santi posta alle spalle dell'altare maggiore della parrocchiale di Lancusi è opera di Michele Ricciardi.
Lo conferma senza ombra di dubbio il monogramma AMR, usato come firma dal pittore, tracciatto a un lato della figura di San Vincenzo, Anche lo stile della composizione e i volti dei personaggi sono tipici del pittore pentano.

01 settembre 2005

Michele Ricciardi da Penta, pittore campano del Settecento

Sto leggendo un libro che per la prima volta ricostruisce l'identità storica e artistica di Michele Ricciardi, pittore e decoratore del Settecento campano. Si tratta del saggio di Tiziana Mancini, Michele Ricciardi. Vita e opere di un pittore campano del Settecento, Paparo Edizioni, 2003, che ne esamina la vicenda biografica, la produzione pittorica e decorativa, i rapporti con la pittura napoletana del tempo (principalmente Luca Giordano, Tommaso Giaquinto e Francesco Solimena), la riscoperta negli studi critici a partire dagli anni Cinquanta del '900, con Ferdinando Bologna, Maria Teresa Penta, Luigi Avino ed altri.
Pentano di origine, figlio di Antonio e di Rosolina d'Auria, benché nato nel Foggiano, dove il padre si era temporaneamente trasferito per lavoro, trascorse pressoché costantemente tutta la sua lunga vita (1672-1753) a Penta, dove ebbe la sua bottega. Molto richiesto dalla committenza, soprattutto religiosa, in particolare francescana, operò con professionalità nel Salernitano e nell'Avellinese.
Il saggio della Mancini, corredato da 89 schede di catalogo e da 37 tavole a colori e 114 in bianco e nero, nonché di una accurata bibliografia, consente di rivivere appieno una delle stagioni più felici della nostra cultura artistica.



Censimento tre

Interessanti, infine, alcuni dati relativi al lavoro.
Gli occupati sono 3.589, di cui 2.576 maschi e 1.013 donne.
Lavorano nell'agricoltura 147 persone, nell'industria 1195 (di cui 476 nelle costruzioni) e in altri settori 2.249.
In dieci anni l'agricoltura si è più che dimezzata (dal 11% al 4%), è in calo l'industria (dal 37% al 33%) e sono ovviamente in espansione gli altri settori (dal 52% al 63%) . Fra questi, ai primi tre posti, nell'ordine, commercio, pubblica amministrazione e scuola.
Il tasso di attività è del 45,82% e quello di disoccupazione del 22,80% (34,39% per le donne).
La disoccupazione giovanile sale addirittura al 58,41% e ben al 70,17% per le ragazze.
Tutti e quattro i dati relativi alla disoccupazione sono al di sopra della media provinciale, della media dell'Italia meridionale e ovviamente della media nazionale.

29 agosto 2005

Censimento due

Ancora sul censimento 2001 della popolazione e delle abitazioni.
I 12.275 abitanti residenti formavano 3.998 famiglie, con un rapporto abitanti per famiglia di 3,07.
Queste famiglie abitavano in 3.706 abitazioni e in 275 alloggi impropri (prefabbricati).
Le abitazioni totali, però, erano di più, ben 4.707, (+1001, pari al 21,1%, evidentemente o non utilizzate o fittate a studenti fuori sede).
Ora, se analizziamo i vari centri abitati del comune, ci accorgiamo che la situazione è molto diversa da zona a zona.
Il rapporto abitanti residenti/abitazioni totali è, nell'intero comune, pari a 2,60 (in provincia è del 2,36, in Campania del 2,60, in Italia del 2,09).
Sono al di sopra di questo parametro, cioè fanno registrare un maggiore affollamento, i centri periferici, come Soccorso (ben 3,20), Nocelleto (2,98) e Gaiano(2,85).
Sono al di sotto di questo parametro, e quindi in una buona condizione abitativa, Fisciano capoluogo (2,17) e le frazioni limitrofe come Settefichi (2,09).
In posizione mediana Lancusi, Penta e Pizzolano.

Sembrano aride cifre e diagrammi cervellotici. E invece vi è scritta la vita sociale e anche politica del comune, diviso fra zone privilegiate (poche) e zone dimenticate (molte).

Se poi avete la pazienza di ritornare al post precedente, vi accorgerete che le zone privilegiate sono quelle con meno abitanti e le zone dimenticate quelle più popolose. Più abitanti, meno case; meno abitanti, più case. Che la stragrande maggioranza di noi sia figlia di un dio minore?

26 agosto 2005

Censimento 2001. Nocelleto e Gaiano sorpassano Fisciano

Sono stati recentemente resi noti i dati definitivi del 14° censimento generale della popolazione e delle abitazioni (anno 2001).
Ecco la distribuzione della popolazione residente per località abitate nel comune di Fisciano, come risulta dal sito dell’ISTAT, dawinciMD - Consultazione dati del 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni:

FISCIANO TOTALE__________________12.275
CARPINETO___________________________248
FARALDO - NOCELLETO__________________984
FISCIANO ____________________________742
GAIANO______________________________923
LANCUSI-PENTA-BOLANO_______________5.227
PIZZOLANO___________________________558
SETTEFICHI___________________________487
SOCCORSO____________________________652
VILLA________________________________633
Curteri_______________________________134
Le Selve_______________________________511
Macchione_____________________________245
Pozzillo_______________________________296
Case sparse____________________________635

Rispetto al 1991 i residenti totali aumentano di 854 unità (+7,5%), ma con significative variazioni nei vari centri.

Lancusi con Bolano e Penta (curiosamente considerate insieme come un’unico centro) aumentano di ben 496 unità (+10,5%)e si confermano le due frazioni di gran lunga più popolate.

Seguono, entrambe vicino ai 1.000 abitanti, Faraldo-Nocelleto (qui il confronto preciso col 1991 non è possibile ma l’incremento è comunque alto) e Gaiano (+195, +26,8%).

Fisciano, con 742 abitanti, è ora al quinto posto, avendo fatto registrare un sensibile calo demografico (-182, -19,7), ed è seguita a nell’ordine da Soccorso, Villa, Pizzolano, Settefichi e Carpineto.

Infine, le Case sparse e gli agglomerati diffusi di Macchione, Le Selve, Pozzillo e Curteri raggiungono insieme la rispettabilissima cifra di 1811 residenti che è come dire quasi un quinto dell’intera popolazione comunale.

Certo c’è di che riflettere. Per ora mi limito a suggerire al webmaster del sito del Comune di Fisciano di aggiornare i suoi dati.

23 agosto 2005

Villa romana a Mesanole

Nel corso dei lavori per la costruzione della strada di collegamento tra la superstrada Salerno-Avellino e l'Università di Salerno, sono venuti alla luce, in località Mesanole di Fisciano, notevoli reperti archeologici di epoca romana.
Gli scavi sono tuttora in corso, ma tutto lascia pensare alla scoperta di una villa rustica di ampiezza considerevole e di una certa importanza nell'economia della zona in quell'epoca.
Non è la prima volta che accade.
Analoghe strutture, seppure di più modeste dimensioni, sono già note nella Valle dell'Irno e nelle zone limitrofe.
Siamo di fronte alla definitiva conferma del rilievo demografico e produttivo che il territorio ebbe nei primi secoli dell'impero.
Le tracce di centuriazione, cioè di divisione a scacchiera del terreno rurale, tuttora evidenti, aggiungono il linguaggio del suolo a quello delle pietre e l'antica ipotesi che la via Popilia, che univa Capua a Reggio, passasse da queste parti, evitando le alture di Cava, diventa sempre più plausibile.
Un territorio dunque, il nostro, che da sempre è stato un crocevia di culture e di civiltà.
Nelle foto il sito e alcuni particolari.




posted by Diego Landi @ 19:48 0 comments

22 agosto 2005

il primo post

Tutto sta a incominciare.

Mettere in piazza idee, sentimenti, condivisioni, dubbi, speranze.

Il più delle volte si tratta di egocentrismo di chi scrive e di noia per chi legge.

Ma se c'è scambio, confronto, aderenza al reale, ecco che puo nascere l'agorà, una agorà postmoderna, virtuale, in rete, con i limiti di questa sua condizione in qualche modo eterea, ma con gli stessi pregi della piazza, la piazza del paese. Un paese che già si chiama città e che aspira a diventarlo.