19 dicembre 2005

Libertà di stampa

Ho avuto modo di leggere, forse con un lieve ritardo, e me ne scuso, alcuni giornali e bollettini pubblicati nel nostro comune e sono qui a renderne conto in maniera telegrafica e a fare qualche considerazione.
E' uscito il numero zero di "Crescere", mensile di attualità cultura e spettacoli a cura della comunità di Bolano, diretto da Giuseppe Napoli. Si propone di accendere la luce della riflessione e offrire degli strumenti con i quali guardare la realtà in maniera diversa, a partire dalla comunità di Bolano, per poi allargarsi al comune di Fisciano e puntare infine sul mondo. Un augurio è doveroso.
Su "Futurando", bollettino interno dei Democratici di Sinistra, si discute di spazi culturali e luoghi di aggregazione. Rocco Iannone, riferendosi evidentemente all'ex facoltà di farmacia con annessa ex chiesa in Penta, restituita circa cinque sei anni fa alla disponibilità del Comune, scrive: "Qui da noi qualche spazio disponibile viene subito requisito dalla libidine di qualche personaggio alla Guareschi che forse come obiettivo di vita ha quello di custodire le chiavi di tante porte...invece di aprirle insieme alle finestre". Come si fa a non apprezzarne la forma icastica e graffiante e il coraggio della verità!
Infine "Controcampo". Due articoli, uno a firma del Direttore e l'altro della Redazione, commentano la denuncia presentata contro il giornale dalla Giunta Municipale di Fisciano (giunta formalmente di centrosinistra!?!) per il "delitto di cui all'art. 595, comma tre, del codice penale", vale a dire calunnia e diffamazione a mezzo stampa. Procuratevi il foglio e leggetelo voi, perché io non sarei in grado di riprodurre la profonda serenità di giudizio di chi vi scrive, la fondatezza solare delle loro argomentazioni, la dignità di chi sa di difendere non tanto un proprio privato diritto quanto la libertà di tutti dall'arroganza e dal sopruso. Per quel poco che vale, voglio manifestare solidarietà e condivisione.
Luce della riflessione, coraggio della verità, dignità nel difendere il diritto. Nonostante tutto, quando questo accade significa che c'è ancora speranza. La speranza di immunizzarci dal rischio di un decennio nero che pare voglia mettere piede sulla nostra comunità.

16 dicembre 2005

Università e Territorio

"Università e Territorio". Sembra il titolo di uno di quei tanti convegni in cui si discute senza concludere molto. Per la verità, negli ultimi tempi, sembra che i convegni, almeno a Fisciano, qualcosa concludono, anche se non attinente al tema proposto. Il primo convegno, non ricordo su che argomento, propose un primo candidato sindaco; il secondo, mi sembra sui beni culturali, propose un secondo candidato sindaco, il terzo ha portato alle dimissioni del sindaco. E qui il discorso deve ritornare serio, anche perché non è la prima volta che a Fisciano una consiliatura rischia di concludersi traumaticamente.
In ogni caso le dimissioni di un uomo non sono mai un gesto estemporaneo e spesso nascono da ragioni profonde. Per questo ritengo che l'unico atteggiamento giusto sia quello del silenzio e del rispetto.


Ma torniamo all'argomento del post. Si tratta di una proposta concreta avanzata nelle osservazioni al Piano Regolatore Generale allo scopo di superare l'isolamento fisico del Campus universitario rispetto ad alcune zone limitrofe. Per la semplicità della proposta, mi limito a trascriverla testualmente, corredata dell'allegato grafico. Non intervenendo sulla volumetria né sugli indici di zona né sugli standard o su consimili "difficili" questioni, presumo che sia anche la più semplice da accogliere.

"Ai fini dell’armonico inserimento dell’Università nel territorio, appare necessario rivedere il sistema di viabilità previsto dal Prg. Manca, in particolare, un collegamento diretto fra l’Università e Lancusi, utile anche in vista della realizzazione della Città dei Giovani in territorio limitrofo a detta frazione. Si suggeriscono interventi quali:

Collegamento strada esistente ingresso sud Università con via gen. Nastri/via del Centenario (N. 1 all.3).

Collegamento medesima strada con via Macchione di cui è prossimo l’ampliamento (N. 2 all.3).

Prosecuzione del collegamento 2 fino alla S.S. 88 (N. 3 all.3).

Per la loro evidenza, non ci si sofferma sui vantaggi di tali interventi, in termini sia di flussi di traffico, sia di integrazione Università-Territorio, sia di modesta entità delle opere (tutti e tre gli interventi sono inferiori al chilometro), sia di impatto benefico sui centri esistenti (potendosi anche configurare come percorsi alternativi al traffico locale).

Analogamente si suggerisce di operare a tal fine, in termini di viabilità ed anche di servizi, al confine dell’area Città dei giovani, in una coerente programmazione dell’intero territorio della Valle dell’Irno, che veda l’Università (in primis i suoi principali utenti) armonicamente collegata col tessuto urbanistico e sociale esistente."

07 dicembre 2005

Quali edifici vengono salvati?

A spulciare fra le carte del Piano regolatore di Fisciano si notano cose davvero curiose.
Ho già detto che il restauro e risanamento conservativo è previsto quasi esclusivamente per gli edifici di culto. Possiamo aggiungere che il resto che si acconsente a salvare si conta sulle dita di una mano: l'ex convento di Penta ora in comodato all'università, palazzo Giovanardi sempre a Penta e palazzo Barra a Lancusi. Non c'è neanche palazzo De Falco a Fisciano, su cui fortunatamente è intervenuta la Sovrintendenza per evitare lo scempio recentemente perpetrato a suo danno.
Ma la cosa curiosa è un'altra. Qualcuno deve aver detto ai redattori del piano di limitarsi agli edifici di culto. E costoro, carte alla mano, hanno vincolato tutto ciò che hanno trovato segnato in tal modo. E' capitato così che tra i "beni culturali" da restaurare e conservare sono entrati, udite, udite, i prefabbricati provvisoriamente adibiti a edifici di culto dopo il terremoto del 1980. Quando si dice l'eccesso di zelo.
La cosa si verifica a Gaiano e a Carpineto. Con un po' di pazienza potete verificare voi stessi sulla cartografia qui sotto che si riferisce a Gaiano. Cercate le due zone A1 e vedete a che cosa corrispondono. Alla prossima.

03 dicembre 2005

Solo i Cappuccini? Macché, anche i centri storici...

Un destino simile a quello del convento dei Cappuccini (vedi post precedente) si prepara anche per i centri storici di tutte le frazioni. Per essi, infatti, nel Piano regolatore in itinere, sono previsti interventi di ristrutturazione edilizia "volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un'insieme (l'apostrofo è nel testo) sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto od in parte diverso dal precedente".
Come si può vedere nell'esempio riportato qui sotto, la tavola di analisi (quella a sinistra) indica in rosso, devo dire con scrupolosa cura, gli edifici sottoposti a vincolo, mentre la tavola di progetto (quella a destra), infischiandosi dello studio analitico, riduce gli edifici da salvare quasi esclusivamente ai luoghi di culto (zona A1, arancione più carico), declassando tutti gli altri a zona A2 (arancione meno carico), dove non c'è da salvare ma da trasformare, sostituire, eliminare. E' il trionfo di una logica che almeno dagli anni del dopo terremoto ha già trasformato in buona parte i nostri centri in gruviera. Ora la si vuole ratificare formalmente, quasi santificare, e distruggere definitivamente, in nome di un malinteso interesse economico, quanto resta del lavoro di generazioni di nostri padri.
Perché riflettano e pongano riparo a questo modo di procedere, che appare schizofrenico e forse è anche illegittimo, stendemmo la diciottesima osservazione delle venti presentate al Piano nell'ormai lontano agosto 2004. Stiamo ancora aspettando che il Consiglio comunale si pronunci ma non abbiamo mai perso la speranza che, al di là di tanti grandi giochi e piccole ambizioni, nella mente di chi può si risvegli il senso della responsabilità, etica e politica, verso il passato e soprattutto verso il futuro.
Consiglio di ingrandire le immagini per poterle meglio confrontare.






01 dicembre 2005

Cappuccini? Colpiti e affondati

Il Convento dei Cappuccini di Santa Maria del Monte, posto sulla collina tra Penta e Fisciano, è forse il monumento più suggestivo della storia e della memoria della nostra terra. E' scampato ai bombardamenti dell'ultima guerra, ha subito danni dal terremoto del 1980, ma forse il peggio deve ancora subirlo. Ove mai dovesse essere approvato il Piano regolatore così come è stato concepito, sarà abbattuto dalle ruspe e al suo posto sorgerà un moderno albergo dotato di tutti i confort. Per gli estensori del Piano, infatti, esso è solo un "antico immmobile esistente, in notevole degrado". Per lui e per l'intera collina su cui sorge è stata creata la cosiddetta zona D3, (insediamenti alberghieri), ed è prevista la "trasformazione edilizia con recupero ad uso turistico/alberghiero delle sole volumetrie esistenti". Capito? Le sole volumetrie esistenti, non la struttura, e nemmeno la sagoma. Non abbiamo niente contro gli alberghi, apprezziamo anche il fatto che in certe zone d'Italia, ad esempio Orvieto, sono stati ristrutturati a tale funzione antichi conventi, ma appunto ristrutturati, recuperati, non trasformati e distrutti. Possibile che il nuovo non possa nascere rispettando e valorizzando l'antico? I Romani del 1600, per stigmatizzare la distruzione degli antichi edifici per far posto ai nuovi, coniarono questo detto: "Quod non fecerant Barbari fecerunt Barberini" cioè: Quello che non fecero i barbari lo hanno fatto i Barberini, nome della famiglia responsabile di quella distruzione. Chi ci potrà salvare dai nuovi barbari di oggi che sembrano peggiori dei barbari e dei Barberini messi insieme?