27 luglio 2010

Scultori e dipintori del Settecento nella valle dell'Irno

Particolare orgoglio della Valle dell’Irno soprattutto nel Settecento è la presenza di un artigianato di alto livello nel campo della pittura, della scultura in legno, della decorazione e della pietra. Si tratta di attività che a ragione possono essere inserite in un importante capitolo di vera e propria storia dell’arte e che solo da poco hanno cominciato a essere messe in luce da alcuni studi.

Mi riferisco in primo luogo alla vicenda artistica di Michele Ricciardi che dal 1694 (anno del suo primo lavoro datato e firmato, il San Nicola in trono per la parrocchiale di San Nicola in Giovi) al 1753 (anno della sua morte) conduce, con la sua bottega, un’attività lunga ed operosa nel casale di Penta e diviene protagonista richiesto e apprezzato nella realizzazione di dipinti, affreschi, decorazioni per i soffitti delle chiese, nell’intera Valle dell’Irno e oltre, dall’Avellinese al Salernitano. Soprattutto i francescani apprezzano l’opera del maestro, come testimoniano la chiesa del convento di Sant’Antonio in Mercato San Severino e il convento della Trinità in Baronissi, ma si può dire che non v’è casale della Valle dell’Irno che non abbia inteso avvalersi dell’arte dell’illustre conterraneo (Mancini 2003).

Ma non siamo di fronte a un caso isolato. Anche la scultura religiosa è degnamente rappresentata. Nicola Fumo da Saragnano, vissuto dal 1647 al 1725, discepolo del Fanzaga, e creatore di statue lignee di raffinata fattura, caratterizzate da una delicata policromia e dal panneggio ampio e fluttuante, fu apprezzato nel suo secolo in un’area estremamente vasta. Egli, infatti fu chiamato ad operare ben al di là del territorio di origine, che pure conserva opere pregevoli, prima fra tutte l’Addolorata nella Chiesa del Convento francescano di Baronissi. Fu presente in Campania, da Avellino (sua la statua dell’Assunta, protettrice della città) a Napoli, in Puglia e soprattutto in Spagna nella chiesa di San Ginés a Madrid, nella chiesa Castrense a Cadice e nella chiesa Madre di Murcia. Un artista centrale nella cultura barocca (Pasculli Ferrara 1998) che è stato recentemente rivalutato con una interessante mostra a Lecce e un convegno scientifico a Valladolid.

Da Vera Arabino, Caterina La Bella, Diego Landi, Antichi mestieri nella Valle dell'Irno, Salerno 2010, pp. 77