Mettere in piazza idee, sentimenti, condivisioni, dubbi, speranze.
Il più delle volte si tratta di egocentrismo di chi scrive e di noia per chi legge.
Ma se c'è scambio, confronto, aderenza al reale, ecco che puo nascere l'agorà, una agorà postmoderna, virtuale, in rete, con i limiti di questa sua condizione in qualche modo eterea, ma con gli stessi pregi della piazza, la piazza del paese. Un paese che già si chiama città e che aspira a diventarlo.
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