28 febbraio 2006

Vi aspetto domenica

Vi aspetto domenica a Fisciano.
Cari amici del blog, con le vostre visite e i vostri commenti, avete arricchito questo spazio.
Ho percepito una condivisione di analisi e di obiettivi, una voglia di discutere e di proporre, una speranza di giorni migliori.
Ed è per discutere, proporre e cominciare a sperare che aspetto soprattutto voi.
Da soli non si va lontano. Insieme, si moltiplicano le forze e le intelligenze.

26 febbraio 2006

Fisciano sulla stampa che conta

Alcuni visitatori di questo blog hanno manifestato vivo interesse per l'articolo su Fisciano pubblicato oggi da Repubblica a firma Maria Rosaria Sannino. Lo metto volentieri in rete. Vorrei, però, che la nostra città riscuotesse una fama diversa. Perché ciò accada occorre la collaborazione di tutti.

MARIA ROSARIA SANNINO
Cento e più ville al posto di case rurali con fienili. liberi professionisti diventati improvvisamente contadini. Gli amhientalisti lanciano l'allarme a Fisciano, il comune del salernitano dove ha sede l'università, che punta economicamente sempre più sulla cittadella degli studi. E fioccano denunce alla Procura di Salerno: è in atto una selvaggia cementificazione delle zone un tempo agricole, raggirando una legge urbanistica che avrebbe dovuto riguardare "esclusivamente i proprietari coltivatori diretti, considerati imprenditori agricoli". «Ma in questi ultimi anni sono stati realizzati circa 128.000 metri cubi di area residenzialeal difuori di ogni norma urbanistica», hanno denunciato i consiglieri comunali Giuseppe Campanile e Francesco Conte. «E'un vero assalto indiscriminato al territorio, con costruzioni fatte passare come case rurali; un escamotage diventato sistema.Agli atti anche del consiglio comunale ci sono nomi e storie. Su più di 13000 abitanti non ci sono più di 1o veri contadini». Lo stesso ufficio tecnico comunale fornisce i numeri di questa urbanizzazione: tra il2002 e 2005 sono state rilasciate ben 127 concessioni edilizie per case rurali. Queste abitazioni, per avere il permesso di costruzione, dovevano essere al servizio di un'azienda agricola o quantomeno di un pezzo di terreno coltivato da un contadino. L'ufficio tecnico avrebbe dovuto controllare la correttezza delle pratiche. "A noi risulta essere tutto in regola- dichiara Angelo Aliberti, responsabile dell ufficio - abbiamo le richieste di cittadini, rilasciate come coltivatori diretti. Il controllo sulla veridicità di quanto sottoscritto spetta ai vigili urbani". Con un Prg non ancora approvato, dopo anni di aspre battaglie tra politici locali e ambientalisti, le maglie di tutela si sono allargate. Intere località, che racchiudono a raggiera il cuore del campus universitario, come Faraldo o Pozzillo, sono diventate cantieri aperti.

Questo è un post ingarbugliato...

Questo è un post ingarbugliato,

ma il garbuglio non è mio.

Mai avrei escogitato

così amabil lavorìo.

Il ritardo nell’iter di adozione del piano regolatore del comune di Fisciano sembra essere stato scientificamente programmato.
Osserviamo alcune date.
Il 14 maggio 2004 il consiglio comunale delibera la prima adozione e il 7 giugno successivo ne viene data comunicazione pubblica come per legge. Cominciano a decorrere da allora i due mesi per la presentazione di eventuali osservazioni, che scadono il 6 agosto dello stesso anno.
In ottobre i consiglieri di minoranza chiedono la convocazione del consiglio per discutere sulle osservazioni presentate. Solo allora si scopre che la comunicazione pubblica era imperfetta in quanto non prodotta anche su un giornale a tiratura nazionale. Il 27 ottobre 2004 pertanto si ripubblica la comunicazione dell’avvenuta adozione e ricominciano a decorrere nuovamente i due mesi previsti per le osservazioni. Così la scadenza ora slitta al 26 dicembre 2004. Nel frattempo gli atti del piano vengono inviati agli Enti sovraordinati per i pareri di competenza (su questo ritornerò fra poco) e il Consiglio Comunale impegna l’amministrazione a concludere in tempi brevi. Intanto i primi sette mesi sono passati.
Successivamente, il 17 giugno 2005,è sempre il Consiglio Comunale a sollecitare nuovamente l’Amministrazione a concludere, questa volta, in tempi brevissimi.
Passa qualche mese e il Consiglio Comunale impegna ancora l’Amministrazione a giungere alla conclusione di un iter tormentato e infinito, addirittura entro quindici giorni, ma aggiungendo, su proposta del consigliere capogruppo di maggioranza, Tommaso Amabile, entro quindici giorni dall’arrivo dei pareri richiesti agli Enti. Già i pareri. Ma non erano stati richiesti l’anno prima? E gli Enti perché non rispondono?
In realtà gli Enti avevano risposto, ma solo per lamentare l’insufficienza degli atti inviati e per chiedere le necessarie integrazioni. Integrazioni che fino ad allora il Comune si era guardato bene dall’inviare. Risulta ad esempio che uno di questi Enti, l’Autorità di bacino Destra Sele aveva chiesto le integrazioni fin dal 3 novembre 2004 e il Comune le invia solo il 26 ottobre 2005, cioè solo dopo che la questione era stata messa in evidenza da alcuni consiglieri di minoranza.
Nel frattempo scade anche il termine ultimo previsto dalla legge per l’adozione definitiva del piano (settembre 2005) e finalmente la commissione urbanistica comincia a esaminare le varie osservazioni presentate. Tale esame si conclude con la seduta del 12 dicembre 2005, ore 12,30, in cui si tra l’altro si dichiara che, in merito alle 20 osservazioni da me presentate insieme con altri, “occorreva una più approfondita ed accurata istruttoria da parte del gruppo di lavoro del P.R.G. Uno spiraglio di autocritica? Una disponibilità a discutere nell’interesse generale? Niente di tutto questo, sono solo le 12,30 del 12 dicembre e da circa un’ora sono state presentate le dimissioni del Sindaco facente funzione. Il pericolo è scongiurato, si potrà andare ancora una volta alle elezioni senza piano, senza regole, fidando sulla collaudata esperienza di nulla dire e tutto promettere.

21 febbraio 2006

"E lei dove abita?" "In via B"

Nel post precedente si parlava di identità. L'identità di un paese si rafforza anche con le piccole cose. Ci sono strade, ci sono piazze, nel nostro comune, che non hanno neppure un nome, ma sono identificate con una lettera dell'alfabeto, via A, via B, piazza N, e via dicendo.
Altre strade e piazze, pur in possesso di un nome, non hanno la targa che le identifichi e le faccia riconoscere. Di numeri civici, poi, decorosi e uniformi, magari nobilitati con lo stemma della nostra città, come avviene in tutti gli altri comuni, nemmeno a parlarne.
Eppure, ora sono più di cinque anni, fu costituita una commissione per la toponomastica che, col contributo di storici locali, e valutando le proposte dei cittadini, portò a termine un lavoro risolutivo e meritorio.
Ora, posso anche comprendere che non tutti i nomi proposti e allora deliberati siano piaciuti a chi di dovere. Ma perché non decidere, perché non affrontare un problema, certo non gigantesco, che in fondo richiede solo un po' di sensibilità per essere risolto?

18 febbraio 2006

Anche questo blog può servire la città

Mi scuso con i visitatori del blog se negli ultimi tempi non sono stato assiduo con gli aggiornamenti.
Quando le circostanze e la volontà di tanti amici ti spingono ad assumere in prima persona responsabilità di guida, quando ti chiedono di passare dalla riflessione privata, sempre priva di rischi, ai fatti concreti, è d'obbligo fermarsi un momento e decidere il da farsi.
Ho accettato la candidatura a sindaco di Fisciano per un'alleanza di cittadini convinti che fare il proprio interesse significa rendere migliore il posto dove si vive.
Questa mattina, ho chiarito, in una conferenza stampa, la direzione in cui intendo muovermi.
Il metodo: un ragionamento concreto, essenziale, con i cittadini e le diverse realtà sociali, sulle condizioni attuali e sul futuro di questa città.
I contenuti: ho parlato, argomentando più di quanto possa ora fare qui, di come garantire partecipazione e democrazia, come gestire al meglio le risorse finanziarie, come valorizzare il territorio e l'ambiente, come affrontare le problematiche sociali, come ricostruire un'identità forte della comunità. Fisciano ha bisogno di innovazione e di coesione.
Nei prossimi due mesi, fino alla presentazione di candidati e programma, continuerà nelle forme più varie questo work in progress.
Per ritornare al blog, esso mi servirà per annotare impressioni, idee, proposte.
Ma sarà ancora più utile grazie ai vostri interventi, diventando una libera tribuna a disposizione di tutti, per confrontarci sui problemi ed elaborare proposte sul nostro futuro possibile.

05 febbraio 2006

Costruiamo insieme il futuro di Fisciano

Aderisco all’iniziativa di oggi perché voglio contribuire a sottrarre la nostra città alla deriva in cui rischia di cadere.
A Fisciano c’è un pericoloso deficit di democrazia, un pericoloso deficit di partecipazione. La storia antica e recente dell’Italia, in particolare nel sud, insegna quanto sia diffuso il trasformismo, e come anche dietro le più belle bandiere si nasconda a volte la cattiva politica dei mestieranti.
A ben poca cosa si riduce la democrazia se non c’è dialettica, confronto di idee e di proposte. Ma mi sapete dire quali idee, quali proposte avanza chi si candida, in maniera autoreferenziale, a governarci per i prossimi cinque o dieci anni? Quale resoconto hanno mai presentato questi personaggi sulla loro attività? La partecipazione, poi, per alcuni significa solo reclutare truppe di complemento. Noi questo lo vogliamo cambiare. A questa caricatura della politica non intendiamo rassegnarci.
Perciò questa aggregazione che oggi nasce è un fatto positivo che va salutato con favore. Ma aggiungo con estrema sincerità che si tratta di un’aggregazione che è ancora una cosa parziale, un germe, se vogliamo, che potrà dire di aver raggiunto l’obbiettivo, quando, e deve avvenire al più presto, avrà coinvolto la gente alla libera discussione e al protagonismo attivo, avrà reso i cittadini protagonisti delle scelte programmatiche e della scelta dei candidati. Non siamo in un regime monarchico, né ereditario né adottivo, e Fisciano non è da meno di tante altre realtà del nostro paese che in forme diverse hanno assaporato o stanno assaporando l’aria nuova di una democrazia fatta di scelte condivise e responsabilizzanti. E mi spiego. Qualcuno ha parlato di primarie. La cosa va valutata con attenzione per superare eventuali difficoltà organizzative e per evitare rischi di inquinamenti. Ma ove fosse possibile realizzarle qui ed ora, nelle prossime settimane, avremmo raggiunto un grande risultato. Dimostrare coi fatti la coerenza della nostra proposta.
E ora qualche indicazione sulle cose da fare.
Partecipazione vuol dire innanzitutto rendere concreti i principi enunciati nello statuto comunale. Statuto messo in cantina in questi cinque anni. Solo un esempio. Il difensore civico. Garantirebbe al cittadino, al consigliere comunale il controllo sugli atti, il risarcimento di un danno. Una volta c’era il coreco, poi è stato abolito, oggi per difendere le proprie ragioni ci si può solo rivolgere al tar o alla magistratura. Immaginate i costi i tempi e le difficoltà. Diverse altre cose sono scritte nello statuto e non realizzate. Siamo stanchi di questa schizofrenia che fa scrivere le cose più alte e fa vincere nella realtà la prassi di sempre, quella dei favori e dell’appartenenza.
Il piano regolatore. Consentitemi di ringraziare i consiglieri comunali qui presenti, che hanno convocato più volte il consiglio comunale perché si esaminassero le venti osservazioni presentate da decine di cittadini consapevoli allo scopo di migliorare un piano che fa acqua da parecchie parti e si arrivasse finalmente all’adozione definitiva. Su questo prenderemo impegni precisi perché è la questione centrale perché un piano regolatore decide ripeto decide l’intero futuro di una comunità. Una cosa qui a Lancusi la debbo dire. Non è giusto che il centro più popoloso ed esteso del comune abbia in termini di servizi il 65% di quanto gli spetta considerando gli abitanti e addirittura solo il 20% in termini di case, mentre altrove si prevede il 500% di servizi e addirittura il 600% di case. Questi sono dati che sfido chiunque a smentire. Sono dati che rivelano un’idea di piano terribilmente squilibrato, una visione miope, veramente ristretta al cortile di casa.
Rapporto con l’Università. Anche qui solo un esempio. E’ stato ceduto palazzo Barra per la costruzione di residenze. Chiediamo che a lavori ultimati il piano terra sia messo a disposizione esclusiva del comune e dei suoi cittadini. Non è inutile quello che dico perché, con l’accordo definitivo approvato dall’amministrazione, il comune è stato declassato a socio di minoranza nella determinazione dell’utilizzo dei locali.
Infine i finanziamenti europei. Nei prossimi anni serve attenzione ai bandi e capacità di progettazione sull’esempio di tanti comuni anche vicini a noi. Anche qui occorre cambiare metodo. Dei due finanziamenti ottenuti dal comune, il patto territoriale e i progetti integrati, a Palazzo de Falco i lavori sono bloccati per una progettazione inadeguata e il centro per l’internazionalizzazione non è mai partito per assenza di progetto.
Io, come tutti, ho le mie convinzioni politiche cui ovviamente non rinuncio, ho anche militato in un partito finché la condivisione di un progetto e di un’etica comune lo hanno reso praticabile. Ora, con il mio tempo e con le mie idee intendo identificarmi fino in fondo con questa unione di persone che con determinazione e coraggio si propone una sola cosa, trasformare Fisciano da repubblica indipendente a paese normale.