01 dicembre 2005

Cappuccini? Colpiti e affondati

Il Convento dei Cappuccini di Santa Maria del Monte, posto sulla collina tra Penta e Fisciano, è forse il monumento più suggestivo della storia e della memoria della nostra terra. E' scampato ai bombardamenti dell'ultima guerra, ha subito danni dal terremoto del 1980, ma forse il peggio deve ancora subirlo. Ove mai dovesse essere approvato il Piano regolatore così come è stato concepito, sarà abbattuto dalle ruspe e al suo posto sorgerà un moderno albergo dotato di tutti i confort. Per gli estensori del Piano, infatti, esso è solo un "antico immmobile esistente, in notevole degrado". Per lui e per l'intera collina su cui sorge è stata creata la cosiddetta zona D3, (insediamenti alberghieri), ed è prevista la "trasformazione edilizia con recupero ad uso turistico/alberghiero delle sole volumetrie esistenti". Capito? Le sole volumetrie esistenti, non la struttura, e nemmeno la sagoma. Non abbiamo niente contro gli alberghi, apprezziamo anche il fatto che in certe zone d'Italia, ad esempio Orvieto, sono stati ristrutturati a tale funzione antichi conventi, ma appunto ristrutturati, recuperati, non trasformati e distrutti. Possibile che il nuovo non possa nascere rispettando e valorizzando l'antico? I Romani del 1600, per stigmatizzare la distruzione degli antichi edifici per far posto ai nuovi, coniarono questo detto: "Quod non fecerant Barbari fecerunt Barberini" cioè: Quello che non fecero i barbari lo hanno fatto i Barberini, nome della famiglia responsabile di quella distruzione. Chi ci potrà salvare dai nuovi barbari di oggi che sembrano peggiori dei barbari e dei Barberini messi insieme?


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