05 febbraio 2006

Costruiamo insieme il futuro di Fisciano

Aderisco all’iniziativa di oggi perché voglio contribuire a sottrarre la nostra città alla deriva in cui rischia di cadere.
A Fisciano c’è un pericoloso deficit di democrazia, un pericoloso deficit di partecipazione. La storia antica e recente dell’Italia, in particolare nel sud, insegna quanto sia diffuso il trasformismo, e come anche dietro le più belle bandiere si nasconda a volte la cattiva politica dei mestieranti.
A ben poca cosa si riduce la democrazia se non c’è dialettica, confronto di idee e di proposte. Ma mi sapete dire quali idee, quali proposte avanza chi si candida, in maniera autoreferenziale, a governarci per i prossimi cinque o dieci anni? Quale resoconto hanno mai presentato questi personaggi sulla loro attività? La partecipazione, poi, per alcuni significa solo reclutare truppe di complemento. Noi questo lo vogliamo cambiare. A questa caricatura della politica non intendiamo rassegnarci.
Perciò questa aggregazione che oggi nasce è un fatto positivo che va salutato con favore. Ma aggiungo con estrema sincerità che si tratta di un’aggregazione che è ancora una cosa parziale, un germe, se vogliamo, che potrà dire di aver raggiunto l’obbiettivo, quando, e deve avvenire al più presto, avrà coinvolto la gente alla libera discussione e al protagonismo attivo, avrà reso i cittadini protagonisti delle scelte programmatiche e della scelta dei candidati. Non siamo in un regime monarchico, né ereditario né adottivo, e Fisciano non è da meno di tante altre realtà del nostro paese che in forme diverse hanno assaporato o stanno assaporando l’aria nuova di una democrazia fatta di scelte condivise e responsabilizzanti. E mi spiego. Qualcuno ha parlato di primarie. La cosa va valutata con attenzione per superare eventuali difficoltà organizzative e per evitare rischi di inquinamenti. Ma ove fosse possibile realizzarle qui ed ora, nelle prossime settimane, avremmo raggiunto un grande risultato. Dimostrare coi fatti la coerenza della nostra proposta.
E ora qualche indicazione sulle cose da fare.
Partecipazione vuol dire innanzitutto rendere concreti i principi enunciati nello statuto comunale. Statuto messo in cantina in questi cinque anni. Solo un esempio. Il difensore civico. Garantirebbe al cittadino, al consigliere comunale il controllo sugli atti, il risarcimento di un danno. Una volta c’era il coreco, poi è stato abolito, oggi per difendere le proprie ragioni ci si può solo rivolgere al tar o alla magistratura. Immaginate i costi i tempi e le difficoltà. Diverse altre cose sono scritte nello statuto e non realizzate. Siamo stanchi di questa schizofrenia che fa scrivere le cose più alte e fa vincere nella realtà la prassi di sempre, quella dei favori e dell’appartenenza.
Il piano regolatore. Consentitemi di ringraziare i consiglieri comunali qui presenti, che hanno convocato più volte il consiglio comunale perché si esaminassero le venti osservazioni presentate da decine di cittadini consapevoli allo scopo di migliorare un piano che fa acqua da parecchie parti e si arrivasse finalmente all’adozione definitiva. Su questo prenderemo impegni precisi perché è la questione centrale perché un piano regolatore decide ripeto decide l’intero futuro di una comunità. Una cosa qui a Lancusi la debbo dire. Non è giusto che il centro più popoloso ed esteso del comune abbia in termini di servizi il 65% di quanto gli spetta considerando gli abitanti e addirittura solo il 20% in termini di case, mentre altrove si prevede il 500% di servizi e addirittura il 600% di case. Questi sono dati che sfido chiunque a smentire. Sono dati che rivelano un’idea di piano terribilmente squilibrato, una visione miope, veramente ristretta al cortile di casa.
Rapporto con l’Università. Anche qui solo un esempio. E’ stato ceduto palazzo Barra per la costruzione di residenze. Chiediamo che a lavori ultimati il piano terra sia messo a disposizione esclusiva del comune e dei suoi cittadini. Non è inutile quello che dico perché, con l’accordo definitivo approvato dall’amministrazione, il comune è stato declassato a socio di minoranza nella determinazione dell’utilizzo dei locali.
Infine i finanziamenti europei. Nei prossimi anni serve attenzione ai bandi e capacità di progettazione sull’esempio di tanti comuni anche vicini a noi. Anche qui occorre cambiare metodo. Dei due finanziamenti ottenuti dal comune, il patto territoriale e i progetti integrati, a Palazzo de Falco i lavori sono bloccati per una progettazione inadeguata e il centro per l’internazionalizzazione non è mai partito per assenza di progetto.
Io, come tutti, ho le mie convinzioni politiche cui ovviamente non rinuncio, ho anche militato in un partito finché la condivisione di un progetto e di un’etica comune lo hanno reso praticabile. Ora, con il mio tempo e con le mie idee intendo identificarmi fino in fondo con questa unione di persone che con determinazione e coraggio si propone una sola cosa, trasformare Fisciano da repubblica indipendente a paese normale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono venuto a conoscenza che lei è il candidato Sindaco della neonata aggregazione civica. Mi auguro che anche su questo sito si possa aprire un dibattito sulle prospettive di questo comune. Non mi sbilancio sulle mie preferenze ma...che si discuta....finalmente.