21 gennaio 2007

Più coraggio, compagni!

Nel post precedente, recensendo il libro di Salvi e Villone, si parlava di degrado della politica. E’ una tipica anomalia italiana, non superata con tangentopoli e con mani pulite, anzi diventata sempre più pervasiva e bipartisan. Ma i partiti ne sono consapevoli? E sono capaci di autoriformarsi e di ritornare al loro ruolo costituzionale?
Ho letto in questi giorni il Documento della Conferenza nazionale di Organizzazione del partito della Rifondazione comunista. Fra i temi che vengono affrontati, al primo punto vi è proprio il degrado della politica, che il documento intende affrontare "senza nascondere niente e senza tacere alcunché”.
La crisi della politica e della forma partito –si legge- investe anche noi: referenzialità dei gruppi dirigenti, separatezza dei gruppi istituzionali, burocratismo, centralismo, correntismo, maschilismo, ingessamento del dibattito democratico, personalismi, elementi di inquinamento e dell’affacciarsi di comitati elettorali”.
Più avanti, entrando nel merito delle cose da cambiare, si propongono le seguenti linee d’azione: “Estensione degli spazi di discussione; prevalenza delle decisioni democratiche dentro al partito rispetto alla pratica della separatezza istituzionale; democrazia di genere come costitutiva e, quindi, senza possibilità di deroghe nella formazione dei gruppi dirigenti; vero coinvolgimento delle competenze e delle energie diffuse; obbligatorietà di una alternanza tra impegno nelle istituzioni, lavoro nel partito, impegno nelle organizzazioni di massa; trasparenza delle nomine per la nostra presenza in consigli di amministrazione, enti, rapporti di consulenza, ecc.” per i quali deve anche valere ”l’alternanza e la regola generale che impedisce di cumulare incarichi istituzionali; piena centralità alle strutture di base”.
Idee e proposte condivisibili, seppure ancor timide rispetto alla coscienza collettiva di quel vasto popolo di sinistra che fa fatica a riconoscersi in apparati “separati”, “burocratizzati”, “centralizzati”, “ingessati”, ”inquinati”, ecc. ecc., come si autodefinisce la stessa Rifondazione. Ma ancora solo idee e proposte. “La conferenza di organizzazione”, infatti, “ non ha il potere” di modificare alcunché e tutto è rinviato al Congresso, che, assicurano, “si svolgerà regolarmente alla sua scadenza naturale, ovvero entro la primavera del 2008”.

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