07 gennaio 2006

Un perverso ritorno al passato

E' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre scorso la nuova legge elettorale imposta a colpi di maggioranza dal governo Berlusconi. Ritorno al proporzionale della prima Repubblica, liste bloccate predisposte dai dirigenti dei partiti, ridotta a ben poco la scelta dei rappresentanti da parte dei cittadini, rischio di ingovernabilità a causa di probabili maggioranze diverse nelle due camere, ripristino di fatto del potere di veto delle piccole formazioni. E' la restaurazione pura e semplice della partitocrazia e della contrattazione permanente, per di più da parte di chi si era proposto come paladino del cambiamento, cavalcando in maniera strumentale la volontà di voltare pagina manifestatasi nei primi anni novanta attraverso i referendum e la stagione di mani pulite.
E non è tutto. La perversa coerenza della legge s'inoltra fino alla nomina degli scrutatori nei seggi elettorali (articoli 9 e 10). Viene infatti ripristinata, anche nei comuni inferiori a quindicimila abitanti, la commissione elettorale, che dovrà procedere non più al sorteggio degli scrutatori, ma alla loro elezione. E questo significa che il potere dei rappresentanti dei partiti, anche nei piccoli centri, ritorna ad essere pervasivo e chi non ha legami politico-clientelari, ma era pronto a dare un contributo, magari valido e imparziale, iscrivendosi all'albo degli scrutatori, costui può rassegnarsi a non essere più preso in considerazione.

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